mercoledì 27 giugno 2007

道德經 - Tao-Te-Ching


Tao-Te-Ching
ovvero “Il libro della via e della virtù”
Lao-tzu (老子), fondatore del Taoismo, è considerato dalla tradizione cinese l'autore del Tao-Te-Ching - Il libro della via e della virtù. Sempre secondo la tradizione, l'opera è stata scritta in epoca molto remota, forse nella prima metà del VI secolo a.C. dunque al tempo di Confucio, per alcuni; intorno al 300 a.C., per altri.
Si tratta di un'opera in parte poco chiara, anche a causa delle innumerevoli rivisitazioni e correzioni che nel tempo l'hanno interessata.
“La Via veramente Via non è una via costante. I Termini veramente termini non sono termini costanti.”
Così inizia il libro della Via e della virtù, nella versione a cura di Duyvendak e traduzione di Anna Devoto, lasciando intendere sin dal principio che arrivare alla fine non sarà troppo semplice.
“Il termine non-Essere indica l'inizio del cielo e della terra; il termine Essere indica la madre delle diecimila cose”
Nel tempo si è interpretata questa frase, facendo riferimento alla Vita (l'Essere) e alla Morte (il non-essere)... eppure, a ben vedere, la storia della filosofia occidentale conosce bene l'Essere e il non Essere... Leucippo e poi il suo discepolo Democrito, infatti, “pongono come elementi il pieno e il vuoto, e chiamano l'uno essere e l'altro non-essere; e precisamente chiamano il pieno e il solido essere e il vuoto non-essere...”. Ho riportato tra virgolette le parole usate da Aristotele in “Metafisica” quando parla delle dottrine dei predecessori...
Se consideriamo che “'inizio del cielo e della terra” potrebbe essere il vuoto e con “la madre delle diecimila cose” si indica la sostanza da cui tutte le cose sono create cioè la materia, la mia interpretazione potrebbe essere considerata valida...
Il capitolo IV si presta ad alcune brevi considerazioni: in primo luogo c'è da dire che la prima frase è “La via è vuota; nonostante l'uso non si riempie mai”, la Via è vuota è una possibile interpretazione del termine cinese ch'ung che può significare “vuoto” oppure “acqua che sgorga”, a detta del traduttore (io non conosco il cinese!), secondo me dovrebbe essere interpretata diversamente, e cioè: “La Via è come una sorgente, nonostante l'uso non ha fine”. In questo modo almeno la frase avrebbe un senso!
L'ultima frase è molto interessante perché, a mio parere è il ricordo del passato. Si può leggere, infatti: “Generata da non so chi, essa è l'immagine di ciò che fu prima degli imperatori”. Un'era degli imperatori che avrebbe preceduto l'era in cui ci si trovava... dunque.
Il capitolo VI sembra non avere senso... lo scrivo come è stato tradotto, se qualcuno possiede una differente traduzione sarei grato se mi scrivesse una mail con il testo del capitolo VI...
“Lo spirito della valle non muore”, questo si riferisce alla femmina oscura.
“La porta della femmina oscura”, questo si riferisce alla radice del cielo e della terra.
Sviluppandosi in fibre innumerevoli, essa dura per sempre; la sua azione non si esaurisce mai.
Stessa cosa vale per il capitolo X, non riesco infatti a trovare un senso alla frase: “Aprendo e chiudendo le porte naturali, puoi essere una gallina?”
Passando per frasi più o meno sensate e più o meno condivisibili si arriva al Capitolo XXV che esordisce così: “prima della formazione del cielo e della terra c'era qualcosa in stato di fusione.” Se la interpretiamo alla luce delle nostre “presunte” conoscenze moderne di cosmologia, si potrebbe pensare che qualcuno, sei secoli prima di Cristo (o ancor prima) avesse ipotizzato il Big bang... possibile? Io sono convinto di si!
Uno dei capitoli che mi è piaciuto di più è il XXXIII, vi si parla dell'Uomo e si dice: “Colui che conosce gli altri è sapiente; colui che conosce se stesso è illuminato”.
Il capitolo LVII spiega come si conquista l'Impero e dice:
“Quanto più ci sono divieti e proibizioni nell'Impero, tanto più il popolo si impoverisce. Quanto più il popolo possiede strumenti utili, tanto più il paese e la dinastia sono sconvolti. Quanto più ci sono operai ingegnosi, tanto più vengono prodotti oggetti bizzarri.
Quanto più si pubblicano leggi e decreti, tanto più si moltiplicano ladri e briganti...”
Queste affermazioni lasciano pensare che ciò di cui si parla sia realmente accaduto... mi ha colpito molto soprattutto la fabbricazione di oggetti bizzarri...
Il libro è pieno di spunti di quotidiana saggezza uniti a insegnamenti antichi come il mondo (cinese) che guidano il lettore attraverso frasi, talvolta misteriose, alla ricerca di qualcosa del tutto personale, alla ricerca forse, della propria Via verso la Virtù...
L'autore, suggerisce come deve essere governato un impero...
“Se non si esaltano gli uomini di talento, si ottiene che il popolo non lotti.
Se non si da valore ai beni difficili da ottenere, si ottiene che il popolo non rubi. [..] Ecco per quale ragione il santo, nella sua opera di governo svuota il cuore degli uomini e riempie il loro ventre, indebolisce la loro volontà e rafforza le loro ossa, in modo da ottenere che il popolo sia costantemente ignaro e senza desideri, e che coloro che sanno non osino agire.”
C'è poco da dire... è ciò che cercano di fare i più accorti... anche se non sempre ci riescono!
Ma Lao-tzu non si ferma qui e spiega come ricchezze e orgoglio siano portatrici di dolore e di sofferenze,
“Una sala piena di bronzi e di giade non può essere custodita da nessuno; ricchezze e onori accompagnate da orgoglio portano con se la disgrazia”
Nonostante la difficoltà di certi passi, il testo colpisce ancor oggi per l'attualità e la validità di quanto vi è scritto.
“Se il popolo ha fame, ne è causa la quantità di tasse consumate dai suoi superiori: ecco perché ha fame.
Se il popolo è difficile da governare, né è causa l'attività dei suoi superiori: ecco perché è difficile da governare.”
Insegnamenti cui tutti noi, e in primo luogo i nostri rappresentanti, dovremmo prestare attenzione!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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