domenica 27 gennaio 2008

Tito Lucrezio Caro e il Mondo

Lucrezio (98-54 a.C.) nel suo De rerum natura, ci parla tra l'altro, del mondo.
E' il "Liber quintus" quello che tratta del mondo.
Lucrezio afferma che tutto ha fine infatti a nessuna cosa del mondo è "dato violare la legge del tempo".
Tra queste cose, Lucrezio pone anche l'anima umana, la quale "composta di nessi corporei, nata col corpo, ne dunque può a lungo vivere intatta."
E' la ragione che lo porta a pensare che che il mondo è mortale, che gli atomi hanno prodotto il cielo e la terra e gli esseri viventi e il genere umano...
Lucrezio ci racconta "quale sia di natura la forza che muove e dirige il corso del sole e l'orbe lunare, perché non si creda che gli astri fra il cielo e la terra percorrano liberi sempre quel giro, docili questi e disposti ad accrescere messi e animali o si muovano per certi divini decreti".
E poi dice che così come gli esseri nascono, un giorno spariranno...
Infatti "cosa nuova davvero e stupenda sarà la rovina futura della terra e del cielo e del mare per chi resta a vederla. So bene quanto difficile é dimostrarla coi detti; e così é se ti portano all''orecchio cose incredibili [..] forse in breve vedrai per moti terrestri il tutto squassarsi e perire."
Perché ci parla di cosa incredibili a credersi?
Forse si tratta dei racconti delle catastrofi antiche?
Lucrezio ci dice che il suo mondo, inteso come la sua civiltà, è giovane infatti "alcune arti si vengono ancora formando e affinando; nuovi mezzi si apportano ancora ai navigli, inventarono i musici or ora nuove armonie e fu ancora da poco scoperta del mondo la natura e la legge, ed io stesso l'ho scoperta da poco, primo tra i primi..."
Ma subito dopo chiarisce che tutto ciò che esiste al mondo è già esistito in passato e che poi è andato distrutto... "Ogni cosa che vedi stare al mondo puoi ritenerla esistita già prima. Ma come una parte degli uomini andò liquefatta nelle fulgide spire del fuoco improvviso e antiche città ricordiamo nei grandi tormenti del mondo crollate e fiumi cresciuti da piogge lunghissime e campi e paesi affondati: similmente la rovina futura del cielo e della terra."
Dunque, così come fino ad allora il mondo fu distrutto varie volte, dal fuoco e dall'acqua, così di nuovo accadrà in futuro...
Così ci dice Lucrezio...
Ma perché? Vediamo cosa altro ci dice...
"La natura del mondo in cui siamo non é tutto materia compatta: nel mondo c'é il vuoto, e tuttavia non è come il vuoto; né mancano corpi che possano dall'infinito con violento impeto irrompere contro la terra e sprofondarla. Non manca certo lo spazio che rotolanti disciolte riceva le mura del mondo colpito dall'urto di forza invincibile: non é chiusa alla terra la porta della fine."
Corpi che arrivano dall'infinito e che con violento impeto colpiscono la terra... asteroidi...
Dunque la terra è stata colpita in passato da un asteroide e qualcuno, al tempo di Lucrezio, ne aveva ancora il ricordo...
Poco dopo infatti Lucrezio insiste sulle recenti distruzioni dell'umanità ad opera di fuoco ed acqua... "questi elementi spiranti tanto istinto guerriero di grandi cose debbon decidere: giacché il fuoco prevalse una volta, e l'acqua una volta, secondo la fama, regnò sulla terra. Infatti il fuoco prevalse e bruciò molte cose quando la forza distorta, rapace dei cavalli del sole per entro l'etere corse radendo terre distese [..] Lo stesso è dell'acqua: quando cominciano improvvisi i suoi propri elementi a raccogliersi, vince; e già seppellì molte città dei mortali; ma poi, quando la forza deviata, sorta dall'infinito, per ordine occulto scomparve, si fermaron le piogge e si abbassarono i fiumi"...
E Lucrezio, nel raccontarci queste due immani catastrofi, ci dice che furono provocate da forze provenienti dall'infinito...
Strano... o meglio, curioso...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Ravana il Re ateo, Gilgamesh e la torre di Babele

La lettura di testi antichi è spesso vista a se stante, separata dalle altre conoscenze, storiche, geografiche e scientifiche e ciò, a mio parere è sbagliato... Oggi voglio provare a mettere assieme alcune interessanti letture di quest'ultimo anno con le mie conoscenze in campo storico e scientifico... e vediamo cosa accade! Vorrei iniziare dai testi vedici, in particolare parlerò di Ravana, il Re ateo del SRIMAD BHAGAVATAM (di cui ho già parlato) che richiamo brevemente...
[Canto 1, Cap. 3, verso 22]
Come diciottesimo avatara il Signore apparve nella forma dell'imperatore Rama. Per compiere alcune imprese in favore degli esseri celesti, Egli mostrò poteri sovrumani dominando l'Oceano Indiano e annientando Ravana, re ateo che viveva al di là di queste acque.
La domanda é: Chi era questo "re ateo"?
Ma a questa domanda devo aggiungerne un'altra...
In che periodo ci troviamo?
Ed una terza...
Quali erano i mezzi tecnologici di cui disponevano i due "demoni" Ravana ed Hiranyakasipu? Nelle spiegazioni del testo si dice che i due demoni atei Ravana ed Hiranyakasipu "guadagnarono grandi successi materiali per mezzo di ricerche scientifiche". Ravana, in particolare, tentò di raggiungere i pianeti celesti usando mezzi materiali... e quì entra prepotentemente in ballo la torre di Babele... La torre, le cui tracce sono ancora visibili in ciò che resta della citta di Babilonia, doveva essere una immensa struttura simile ad uno Ziqqurat. Pare che raggiungesse l'altezza di circa 90 metri... ma quando fu costruità?
Non lo sappiamo... Ciò che si sa con ragionevole certezza è che la Torre fu restaurata e riportata agli antichi splendori dal Re di Babilonia Nabopalassar che regnò tra il 626 e il 605 a.C. e poi da suo figlio Nabucodonosor II dal 605 al 562...
Ora, proprio in quegli anni i Babilonesi riescono a liberarsi dal giogo degli Assiri e ad annientare una potenza quale la loro... e parlo proprio di "annientare" perchè gli assiri "scompaiono" dopo essersi scontrati con i babilonesi... non se ne parla più in nessuna cronaca (almeno per quanto ho potuto vedere!). I babilonesi, nel giro di 30 anni diventano così potenti da attaccare e conquistare tutti i popoli vicini, egizi compresi... e poi scompaiono anche loro, pare a causa della pusillanimità dei discendenti del grande Nabucodonosor II...
Ora, dopo aver raccontato in breve una cinquantina d'anni di storia antica (600 a.C e dintorni...) vorrei fare alcune considerazioni... In primo luogo chi era Nabucodonosor II?
Beh, non si sa bene... ma in ogni caso doveva essere ben visto dai Caldei... (una parte dei popoli del Mare?) che lo appoggiarono... e si sa che i Caldei erano i depositari di conoscenze antiche... Inoltre la restaurazione della Torre di Babele (Bab-ili, in accadico, significa "Porta del Dio" o "quartiere del Dio" e viene dalla traduzione del sumerico "ka-din-gir-ra" che ha quel significato... e non significa caos e confusione come è comunemente interpretato...), potrebbe aver portato gli autori a scoprire o riscoprire "cose" perdute da tempo... cose che potrebbero assumere significato per chi possiede le conoscenze die Caldei... ed è il caso dei nostri Re...
Ma cosa poteva essere la Torre di Babele? Secondo lo SRIMAD BHAGAVATAM, come abbiamo visto e coloro che l'hanno interpretato, non era altro che una "scala" per raggiungere gli Dei... Rama non permise che ciò potesse avvenire...sconfiggendo il suo nemico che si trovava oltre l'oceano Indiano, quindi potrebbe trattarsi dei costruttori della torre di Babele (che dunque sarebbero i due demoni Ravana ed Hiranyakasipu, che si trovavano oltre l'Oceano indiano e che avevano sviluppato estese conoscenze scientifiche!)
Tutto ciò, a mio parere dovrebbe essere avvenuto prima del diluvio universale che per alcuni avvenne attorno al 3000 a.C. (ed io concordo) ma dopo un precedente diluvio che potrebbe essere avvenuto circa 4000 anni prima... (vedi forum "I misteri della storia" sul sito dei "turisti per caso").
Le mie "convinzioni" derivano dal fatto che se si legge l'epopea di Gilgamesh si vede che vi sono dei "resti" di conoscenze scientifiche ormai perdute (per esempio si parla di pietre che permettevano di galleggiare sull'acqua)... e Gilgamesh venne poco dopo il Diluvio! Una "tecnologia" simile venne impiegata da Rama per distruggere i demoni... tecnologia che pare sia stata impiegata anche in precedenza dagli Dei che arrivarono dal mare sulle coste dell'America... ed erano Dei bianchi con folte barbe...
Ce ne parlano anche i testi sacri maya... Vi sono inoltre delle forti somiglianze tra i testi vedici e l'epopea di Gilgamesh anche in merito ad altri personaggi... Hanuman era il fedele uomo-scimmia servitore di Rama, e anche Gilgamesh aveva un fedele uomo scimmia... che poi si è evoluto... ed era il suo aiutante in tutte le sue imprese!
Forse tutto ciò che ho scritto potrebbe essere sbagliato, forse si tratta di semplici fantasie... o coincidenze o cattive interpretazioni, ma io penso che si dovrebbero approfondire le somiglianze tra i diversi aspetti appena citati...
Penso che se ne potrebbero trarre molte interessanti considerazioni... e forse si potrebbe cominciare a riscrivere la storia antica!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 24 gennaio 2008

Erodoto, i Psilli e i ricordi di un verde passato...



Storie...
Erodoto ci porta oltre che i ricordi del suo tempo, anche i ricordi di un passato ancora più lontano...
Ci parla infatti di popolazioni antiche, ai suoi tempi già scomparse. E' il caso dei Psilli, una popolazione che abitò la terra oggi conosciuta come Libia, in particolare la zona del golfo della Sirte...

(Libro IV, 173)
"Confinanti con i Nasamoni erano i Psilli; questi sono scomparsi dal mondo nel modo seguente: il vento del Sud, soffiando contro di loro, aveva inaridito le cisterne di acqua e tutto il paese, che si trova all’interno della Sirte, era riarso dalla siccità. Essi, allora, dopo aver ben deliberato in comune, mossero in guerra contro il vento del Sud, che aveva ripreso a soffiare, li seppellì tutti. Da quando essi scomparvero dal mondo, occupano il loro paese i Nasamoni."
Quando scomparvero i Psilli? A che periodo risalgono i ricordi di questa strana lotta tra i Psilli e il vento del Sud?
Chissà, cosa si può dire se non che dovette trattarsi di una catastrofe per quella antica popolazione... ormai scomparsa!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 19 gennaio 2008

Platone, il Timeo e l'anima...

Ecco cosa diceva Platone nel suo discorso "Il Timeo" a proposito dell'anima...
(Cap VI)
"... avendo Iddio deliberato che tutte le cose fossero buone e che, quant'era possibile, non ve ne fosse alcun disutile, perciò egli tutto assumendo quanto vi era di visibile che non posava, ma si moveva confusamente e disordinatamente, lo condusse dal disordine all'ordine, reputando questo del tutto migliore di quello.
Chè lecito non fu mai nè è all'ottimo di far altro fuorchè il bellissimo.
Ragionando pertanto trovò che di tutte le cose secondo natura visibili nessuna che manchi d'intelligenza, e che intelligenza senz'anima è impossibile si trovi in alcuno. Quindi per questo ragionamento collocando l'intelligenza nell'anima, e l'anima nel corpo, costruì l'universo, affinchè l'opera ch'egli avrebbe compiuta fosse di sua natura la più bella possibile e la più buona."

Interessante, non è vero?
Per Platone l'anima è stata collocata nel corpo e l'intelligenza si trova nell'anima...
Chi può aver fatto ciò se non Iddio?
Si può credere o meno in Dio, ma ciò non ci deve impedire di ragionare sull'anima e sull'intelligenza...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 18 gennaio 2008

Babilonia e la potente arma "Lancia di Girra"

Siamo al tempo di Nabopalassar, successore di Kandalanu quale Re di Babilonia tra il 626 e il 605 a.C.

Nabopalassar e suo figlio Nabucodonosor II combatterono gli Assiri e i loro alleati, gli egizi, cercando di estendere il loro regno... e nel giro di pochi anni vi riescono!
Ma come? La guerra dovette essere cruenta, in ogni caso alla fine il regno assiro scompare di colpo dalle cronache del tempo, così come Ashshur-uballit, il Re assiro.
Ma come fu possibile ciò?
Vediamo un pezzo delle Cronache...
"Allorché, per volere di Nabu e Marduk, che ama il mio regno, e con la sua potente arma, la lancia di Girra, il terribile che colpisce con la folgore i miei nemici, io sottomisi l'Assiria, ridussi il suo paese in cumuli di rovine e cenere, allora Marduk, il Signore, mi ordinò, riguardo all'Etemenanki, la Torre di Babele, che prima del mio avvento al trono si era deteriorata ed era crollata, di rendere solide le fondamenta fin nel cuore degli inferi e di innalzare la sua cima fin nel cielo."
Così sembra che il paese degli assiri venne ridotto a "cumuli di rovine e di cenere" con l'uso di un'arma terribile, la "lancia di Girra", arma che "colpisce con la folgore"...
Ma di che si tratta? Cosa può essere la "Lancia di Girra"?
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 13 gennaio 2008

Il mondo secondo Platone

Qual'era il pensiero di Platone a proposito del mondo?!?
Nel Timeo, capitolo XXVI, è lo stesso Platone che ci dice chiaramente quale sia la sua convinzione a proposito della forma della Terra, per niente piatta, anzi...
Platone spiega il peso in rapporto all'alto e al basso, e dice...


"Chè, per vero, che vi siano in natura quasi due luoghi opposti, i quali si dividano tra loro in due parti l'universo, l'uno in basso,a cui tendano tutte le cose che abbiano qualche volume di corpo, e l'altro in alto, a cui tutto ciò che va vada suo malgrado, questo non può essere in alcun modo giusto di ritenere."


Dunque, per Platone, non si può dividere l'universo in alto e basso, ma perché? Ce lo spiega subito dopo, infatti...


"essendo il mondo intero di forma sferica, le cose che distando egualmente dal mezzo sono poste all'estremità, bisogna per necessità di natura che siano all'estremità tutte allo stesso modo; ed il mezzo, distando della stessa misura dagli estremi, si ha da considerarlo come in opposizione a tutte le cose."


E' certo che Platone ha chiaramente idea di ciò che parla, inoltre si può dire che l'idea non sia sua, ma data per acquisita, infatti non vi è alcuna esisìtazione, dubbio o tentativo di giustificare la sua opinione. Platone non si lascia certo spaventare dalla possibilità di un mondo sferico... nessuna paura del vuoto... anche perchè conosce la forza di gravità!


"se uno anche camminasse intorno ad esso in cerchio, fermandosi spesse volte antipodicamente, dovrebbe chiamare basso e alto di volta in volta lo stesso luogo: chè, essendo il tutto, come ora si é detto, di forma sferica, dire che un luogo di esso sta in basso e uno in alto non é da uomo sensato."


Platone, nel 400 a.C. asseriva la sfericità della Terra... ma da dove arrivavano queste conoscenze?
Dal passato, senza ombra di dubbio!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

lunedì 7 gennaio 2008

L'antico Egitto e il ferro

Solo poche riflessioni...
anche oggi sull'Egitto.
Parliamo di egizi e di ferro...
Quando si iniziò ad usare il ferro nel mondo?
In generale la risposta è: dopo il bronzo, infatti lavorare il ferro è più difficile...
Ok, ma quando... dopo il bronzo? E chi iniziò a lavorare il ferro?
Bene, esistono almeno due casi di rinvenimenti di oggetti in ferro sottovalutati o forse solo poco conosciuti.
Un caso è un "piatto in ferro" ritrovato nel 1837 dall'archeologo Hill nel corso degli scavi condotti nella piramide di Cheope... (se ne parla nella sua opera Operations Carried on at the Pyramids of Gizes) si tratta dunque della IV dinastia... 2600 circa a.C.!!!
Eppure niente da fare, agli egittologi la cosa non è piaciuta...
In un secondo caso, sempre in egitto, si tratta del ritrovamento della mummia di Tut-ench-Amun (XVIII dinastia) colui che ripristinò gli antichi riti dopo il faraone Echnaton...
Ebbene, stiamo parlando del 1400 a.C.!!! secondo la datazione Ufficiale...
Il ritrovamento fu dell'archeologo Howard Carter, parliamo del 1925... durante gli scavi intrapresi nella Valle dei Re...
Ed anche questa volta niente da fare... o perlomeno non ne parla nessuno...
Perchè? E' solo uno spunto di riflessione, chiaramente...
Meditate gente, meditate...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 6 gennaio 2008

I gatti nell' Antico Egitto

Uno dei culti più popolari sorto nel Tardo Periodo in Egitto era quello della dea-gatto Bastet. In questo periodo migliaia di gatti sono stati mummificati per venderli ai pellegrini, che li hanno presentati alla dea come un'offerta. I corpi dei gatti venivano disidratati usando il Natron, questo processo era simile a quello usato per la mummificazione umana. Venivano poi avvolti in una bendatura, con le zampe parallele al corpo. L'esempio mostrato qui è preso dalla raccolta del Museo britannico. Ed illustra bene lo standard molto elaborato per la preparazione usata su queste offerte sacre. Enormi cimiteri sono stati scoperti contenenti migliaia di queste sepolture per gli animali. Il centro principale per il culto di Bastet era la città di Tell Basta.


I gatti mummificati di Flinders Petrie
Nel 1952, nel Museo di Storia Naturale di Londra, fu ritrovata una cesta piena di oggetti provenienti dall’Egitto.All’interno 192 gatti mummificati risalenti dal IV al II secolo a.C., sette manguste, tre cani ed una volpe. Ritrovate durante degli scavi a Giza erano state donate al museo nel 1907 da Flinders Petrie, purtroppo non erano accompagnate da nessuna informazione circa la provenienza esatta.Scoperta molto importante in quanto faceva luce sul ruolo e sull’ascendenza che il gatto aveva nella società egizia. Nel IV secolo a.C. i gatti erano apprezzati probabilmente perché erano abili cacciatori di roditori che infestavano i magazzini di granaglie. Entrarono poi a far parte del culto religioso. Bubasti, nel delta del Nilo, era il centro più importante del culto della dea Bastet, rappresentata sia come gatta, sia come donna con la testa di gatta. Nella seconda metà del XIX secolo, le catacombe di Bubasti restituirono centinaia di migliaia di gatti mummificati. Ricerche zoologiche rivelarono che delle 192 mummie, tre erano più grandi delle altre; erano i resti di gatti della giungla (Felis chans), le altre 189 erano simili al comune gatto selvatico africano o gatto egiziano delle sabbie (Felis libica). Una via di mezzo tra il gatto selvatico africano e l’attuale gatto domestico.

Lo studio delle mummie, ha inoltre cambiato un certo numero di credenze sul ruolo del gatto nella società egizia.

Sabrina Bologni

mercoledì 2 gennaio 2008

Erodoto di Turi, Libia, Asia ed Europa

Erodoto di Turi, nelle sue Storie, ci ha tramandato pezzi di storia che altrimenti non avremmo mai conosciuto... Ma talvolta lui stesso non conosceva le risposte alle domande che, da persona erudita, si poneva... talvolta domande banali ma la cui risposta presupponeva conoscenze antiche. Il suo mondo era diviso in tre parti, Europa, Asia e Libia, come ci racconta egli stesso. L'Europa e l'Asia le chiamiamo ancora così, la sua Libia corrisponde alla nostra Africa! Ma, chi diede i nomi a queste parti del mondo? Sicuramente qualcuno di molto antico, di molto precedente ad Erodoto, infatti:

(Storie, cap. IV, 45)
Riguardo all'Europa, invece, nessuno conosce con sicurezza se é circondata dal mare, né ad oriente, né a settentrione: si sa solo che, in lunghezza, si stende quanto le altre due parti del mondo prese insieme. Né io riesco a comprendere per quale ragione alla terra, che é una, si diano tre distinte denominazioni, prese da nomi di donna, e alle sue parti siano stati fissati, come confini, il Nilo, fiume d'Egitto, e il Fasi, fiume della Colchide (secondo altri, invece, il Tanai, fiume della Meotide e lo stretto dei Cimmeri); né si possono sapere i nomi di quelli che ne hanno determinato i limiti, né donde ne abbiano tratto le denominazioni...

Dopo queste affermazioni, che ci fanno capire quanto antichi siano i nomi delle nostre terre, é forse il caso di fermarsi a riflettere e porsi delle domande, le stesse che 2500 anni fa si pose Erodoto.
Perché la terra ha diversi nomi?
Perché nomi di donna?
Da cosa derivano questi nomi?
Chi li ha fissati, per la prima volta, nella mente e nelle tradizioni dei popoli?
Ed ancora, se tali nomi erano già tanto antichi 2500 anni fa da non esistere memoria della loro nascita, in che periodo si cominciò a chiamare Europa, Asia e Libia?
Come mai qualcuno sentì la necessità di stabilire dei nomi per dei territori così estesi?
Si tratta forse, ancora una volta, dei "resti" di una antica civiltà?
Civiltà tanto grande, potente ed estesa da avere la necessità di individuare dei distretti amministrativi di tali dimensioni?
Credo proprio che ci sia ancora tanto da riflettere...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Archeologia, preistoria e storia, suddivisioni artificiose del tempo... l'unico testimone dell'evoluzione dell'Uomo...
Egitto... Roma... Sardegna...
Etruschi... Babilonesi... Assiri... Hyksos... Shardana... popoli del mare... Maya... Aztechi... Cinesi...
Vogliamo parlare di questi popoli e di altri... cercare di evidenziare similitudini e differenze... proveremo a studiare, assieme a chi ne ha voglia, popoli dimenticati... senza preconcetti!
Cercheremo di ripercorrere la storia di questi popoli con l'aiuto di storici antichi e moderni... ma non solo...
Cercheremo di andare oltre una disciplina scolastica leggendo testi antichi alla ricerca di radici ancora poco chiare...
Cercheremo di capire se è vero che l'uomo si è evoluto così come abbiamo studiato, linearmente, oppure se è possibile che le cose siano andate diversamente... come sostenne Platone!

Zibaldone...

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