sabato 31 gennaio 2009

Kircandesossardos di Mikkelj Tzoroddu



Alla ricerca dei Sardi e delle loro origini...
Ecco di cosa ci parla l'autore.
Ho iniziato la lettura qualche giorno fa e non mi sono fermato se non alla fine...
Mikkelj Tzoroddu ci trascina attraverso il tempo e lo spazio mostrandoci la grandezza di un popolo per tanti anni dimenticato, il popolo dei Sardiani!
Talvolta si può condividere o meno le sue idee, ma non si può negare mai, neanche per un istante, la sua passione per la ricerca!
Come lui ho provato quei sentimenti particolari, quel senso di malinconia che accompagna noi Sardi quando lasciamo la nostra terra, quella gioia infinita che si prova all'arrivo, alla vista della linea delle montagne!
Assieme a lui e me, durante la lettura, le voci di tanti insigni studiosi, antichi e recenti... Wagner, Pais, Lilliu... ma anche Aristotele, Pausania, Platone, il grande Erodoto!
Il popolo Sardo era un popolo socialmente e tecnologicamente avanzato... fatto di uomini forti, fedeli, leali, valorosi combattenti!
Solo un tale popolo avrebbe potuto creare la civiltà nuragica...
Che peccato che gli studiosi che hanno dedicato il loro tempo alla ricerca sulla storia della Sardegna siano stati così pochi!
Sarde ed Etruschi fanno parte di una stessa civiltà?
Chi erano i cosiddetti "Sardi venales"?
Schiavi venduti a poco prezzo? Mercenari? Sardi corruttibili?
Domande... domande... domande... chi ci darà delle risposte?
Mikkelj ci prova!
E San Girolamo, parlò forse della Sardegna?
Chi erano quei popoli che viaggiavano per il mediterraneo trasportando ossidiana e vendendo i loro prodotti, le sardine e il tonno? E che dire del bronzo?
I Cartaginesi in Sardegna ci furono da padroni o ne furono sconfitti?
Non so cosa pensare...
La Sardegna, Ichnussa, la terra dalle vene d'argento...
tutti nomi della stessa terra!
E i suoi popoli, da oggi per me un po meno misteriosi...

Grazie, Mikkelj, per aver cercato di ridare dignità ad un popolo da sempre dimenticato!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 23 gennaio 2009

Aristotele e "La costituzione degli ateniesi".

Aristotele, filosofo greco vissuto tra il 383 e il 321 a.C. circa, con "La costituzione degli ateniesi" ci permette di conoscere meglio Atene, la sua storia e la sua organizzazione...
Il titolo non é rappresentativo dell'intera opera, la prima parte infatti é storica (o semistorica) e parte da Teseo fino ai suoi giorni... piacevole sorpresa per un appassionato di storia antica come me!
La seconda parte invece ci parla delle costituzioni della città... interessantissimo scorcio di una civiltà antica!
Aristotele ci parla di avvenimenti lontani nel tempo, di usanze e leggi ormai scomparse, di personaggi storici dimenticati dai più, ma ci parla anche di come é fatto l'uomo ancor oggi... riprendendo talvolta dai testi dei suoi predecessori...
Solone parlò del popolo in questi termini:
"Il popolo seguirebbe al meglio i suoi capi, se non si lasciasse troppo andare né soffocare dalla violenza.
Infatti la sazietà genera tracotanza, quando una grande fortuna capita a quegli uomini che non hanno sufficiente saggezza".
L'uomo della strada... il popolo... enorme potenza difficile da controllare!
Tirannia, democrazia, oligarchia... rivolgimenti e tragedie, guerre continue, interne ed esterne causeranno la morte dei migliori uomini, spesso giudicati dal popolo e condotti a morte per paura... brutta cosa l'ignoranza!
Il governo della città e degli affari di maggior importanza, della amministrazione e della guerra, degli affari di stato e della giustizia erano nelle mani degli aristocratici... poi pian piano il popolo cominciò sempre più a voler prendere decisioni. C'era chi cercava di ingraziarsi la massa, una delle decisioni forse peggiori fu quella di introdurre i compensi per le cariche pubbliche...
"Pericle allora fu il primo a istituire anche i compensi per i tribunali, rivaleggiando in popolarità con la ricchezza di Cimone [..] Pericle propose di distribuire al popolo gli averi dello stato , dato che non ne aveva di propri, e istituì un rimborso per i giudici; per questo motivo alcuni lo accusano che le cose andarono peggio, poiché si sottoponevano al sorteggio con maggior zelo più cittadini a caso che uomini onesti. E dopo questi avvenimenti cominciò anche la corruzione dei giudici..."
Corruzione, prepotenze, omicidi politici, guerre, sono nel sangue dell'uomo...
Chi più urla più viene seguito...
"Cleone, figlio di Cleeneto [..] per primo si mise a urlare e a ingiuriare dalla tribuna, e arringò il popolo indossando un grembiule, mentre tutti gli altri oratori parlavano in modo adeguato".
E si, come oggi fanno i nostri politici... senza ritegno alcuno!
E che dire allora del malvezzo di farsi eleggere e poi non partecipare alle sedute? Male dei nostri giorni? Ma neanche per sogno...
"Colui che tra i consiglieri non si recherà nella sala del Consiglio nell'ora prefissata sia multato di una dracma per ciascun giorno di assenza, a meno che non si assenti con il permesso del Consiglio"
Data la necessità di normare e punire questo comportamento, la cosa doveva capitare abbastanza frequentemente...
Al tempo in cui Aristotele scrive era in vigore l'undicesima costituzione; Aristotele ci racconta di seguito tutti i passaggi che vi portarono... Un accenno particolare merita forse la terza "quella di Solone, si ebbe dopo la rivolta civile, e da questa ebbe origine la democrazia", seguita a breve dalla tirannide di Pisistrato...
La costituzione, l'organizzazione dello stato, le leggi, i procedimenti giudiziari... tutto serve a farci capire meglio chi erano i greci, questi nostri avi...
Insomma, che dire ancora se non...
buona lettura?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 21 gennaio 2009

Marco Aurelio e la fine del mondo antico

Marco Aurelio salì al trono il 7 marzo del 161 d.C., alla morte del padre adottivo Antonino Pio.
L'impero romano avrebbe conosciuto uno splendido imperatore, un'altro, dopo Antonino Pio!
Era il tempo delle eresie, dello sviluppo della religione cristiana, dei grandi filosofi e dei grandi pensatori ma era anche il periodo della decadenza dell'impero. Da li a poco un altro imperatore, Commodo, scelto per successione, avrebbe causato danni irreparabili... grande errore commise Marco Aurelio nel non seguire la tradizione di adottare il migliore per farlo imperatore!
Suo maestro fu Giunio Rustico che ebbe il merito, così ci dice lo stesso Marco Aurelio, di avergli: "fatto conoscere i Colloqui di Epitteto"!
Epitteto, filosofo greco, stoico...
Ma il suo maestro, quello vero, il suo maestro di vita fu il padre adottivo, Antonino Pio!
Da lui apprese il modo di vivere da imperatore...
Marco Aurelio scriveva i suoi pensieri, sugli uomini e sul loro modo di comportarsi, e sul suo modo di essere...
Sulla cattiveria dell'uomo scrisse "Se puoi correggili; se non puoi rammenta che ti fu data la bontà per esercitarla a loro favore..." oppure "Il miglior modo di vendicarsi dei malvagi è questo: non rassomigliare a loro!".
Marco Aurelio era fondamentalmente buono ma questo non gli impediva, quando occorreva, di prendere decisioni da imperatore! Sotto il suo regno la persecuzione contro i cristiani proseguì, anche se forse attenuata...
Renan con la scusa di una biografia su Marco Aurelio ci porta per mano attraverso il mondo del II secolo... ci presenta Celso, l'amico di Luciano di Samosata, Clemente, Marcione e Apelle coi suoi "sillogismi", Giulio Cassiano e i "discorsi contro gli elleni", Filone di Biblos, Melitone e i suoi uomini divinizzati...
E che dire della leggenda ebraica di Gesù?
Alla fine la Chiesa vince su tutto, sullo stesso Marco Aurelio che quasi scompare dietro la storia della religione così sapientemente illustrata!
La religione é necessaria, secondo Renan, perché "la ragione avrà sempre pochi martiri. Ci sacrifichiamo soltanto per quel che crediamo; e questo é l'incerto, l'irrazionale; il ragionamento si subisce, ma non si crede. Ecco perché la ragione non spinge ad agire, spinge piuttosto ad astenersi...", é la religione che ha la forza di spingere le masse.
Marco Aurelio...
Grazie Renan! Grazie...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 11 gennaio 2009

La costituzione degli Ateniesi e la corruzione dei giudici

Aristotele, la costituzione degli Ateniesi.
Ecco che ancora una volta mi ritrovo immerso nelle mie letture... e come sempre accade, il presente non é poi tanto diverso dal passato.
Oggi non si sente parlare d'altro che di giustizia, corruzione, riforma della magistratura, modifica della costituzione... ma in passato era poi tanto diverso?
Secondo Aristotele no.
Siamo ad Atene, nel 432 a.C., e sta scoppiando la guerra del Peloponneso descrittaci magistralmente da Tucidide. Pericle é a capo del partito popolare, fu il primo a istituire, tra le altre cose, i compensi per i tribunali, forse solo per rivaleggiare conCimone, ricco cittadino, in notorietà!

Ma basta premessa, sentiamo Aristotele cosa ha da dirci:

"Pericle [..] propose di distribuire al popolo gli averi dello stato, dato che non ne aveva di propri, e istituì un rimborso per i giudici; per questo motivo alcuni lo accusano che le cose andarono peggio, poiché si sottoponevano al sorteggio con maggior zelo più cittadini a caso che uomini onesti. E dopo questi avvenimenti cominciò anche la corruzione dei giudici, come dimostrò per primoAnito dopo la sua strategia esercitata a Pilo. Accusato infatti da alcuni di aver consegnato ai nemici pilo, corruppe il tribunale e fu assolto".

E si, caro Aristotele, noi italiani ti capiamo...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 10 gennaio 2009

Diodoro Siculo e la sua opera: Biblioteca storica.

Diodoro Siculo é uno storico della Magna Grecia, di Agirion in Sicilia (attualmente nota come Agiria in provincia di Enna), vissuto nel I° secolo a.C.
Dopo un viaggio in Egitto compiuto intorno al 60 a.C. e grazie alle risorse disponibili a Roma e alla sua conoscenza anche del latino, cominciò la stesura della sua opera universale, la "Biblioteca storica".
La Biblioteca era composta da 40 libri, descritti dallo stesso Diodoro:

[Biblioteca storica, libro I, 6-7]
"Dei nostri libri i primi sei contengono le vicende precedenti la guerra di Troia e le leggende mitiche, e di questi i primi tre le antichità dei barbari e quelli successivi quasi soltanto quelle dei Greci. Negli undici libri seguenti abbiamo registrato le vicende del mondo dalla guerra di Troia alla morte di Alessandro.
Nei ventitré successivi abbiamo trattato tutti gli altri avvenimenti fino allo scoppio della guerra combattuta dai Romani contro i Celti, nel corso della quale il comandante Gaio Giulio Cesare, che ricevette l'epiteto di dio per le sue imprese, sconfisse la maggior parte dei popoli celtici più bellicosi e ampliò l'impero di Roma fino alle isole Britanniche"

Purtroppo solo una parte dei quaranta libri ci sono giunti, i primi cinque e i libri dall'XI al XX, dei restanti ne soppravvivono solo frammenti...

Opera monumentale, come già detto, che raccoglie non solo la storia ma anche le principali mitologie greche ed egizie e in molti casi Diodoro offre spiegazioni alla nascita dei miti.
Diodoro inoltre mette sull'avviso il lettore che data l'estensione temporale della sua opera non garantisce sulle date precedenti alla guerra di Troia... troppo tempo é passato e troppi racconti spesso contraddittori si sono succeduti nel tempo...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Diodoro Siculo... perché é importante la Storia?

"E' giusto che tutti gli uomini tributino grandi ringraziamenti agli autori di storie universali, perché con le loro personali fatiche costoro aspirarono a giovare alla vita della società..."

Così inizia "Biblioteca Storica" di Diodoro Siculo, grande opera di storia universale.

Diodoro infatti, e io con lui, pensava che la storia fosse la madre di tutte le opere, fornendo guida e insegnamento agli uomini senza sottoporli al rischio.
Tutto ciò che é già stato messo in atto da altri, giusto e meritevole di essere seguito o sbagliato e meritevole di essere conosciuto al fine di evitare lo stesso sbaglio, serve da guida a chi ha il compito di guidare la società.

Diodoro ci dice che la storia grazie al ricordo delle opere buone stimola l'uomo a compierne di migliori, "fondare città, promulgare leggi a garanzia della sicurezza e della via sociale, a sviluppare scienze ed arti a beneficio del genere umano"...

La storia, per Diodoro, é: "custode delle qualità degli uomini importanti, testimone della cattiveria di quelli ignobili, benefattrice dell'intero genere umano [..] é come la madrepatria di tutta la filosofia".

Ecco casa si intende per storia, ecco dunque che gli uomini, che per la "debolezza della loro natura, vivono una brevissima parte dell'eternità e sono morti per tutto il resto del tempo [..] di quelli che nel corso della loro esistenza non hanno fatto nulla di notevole, con la morte del corpo finisce anche ogni altro aspetto della loro vita, le azioni di quelli che con il loro valore si sono guadagnati stima sono ricordate in eterno, proclamate per ogni dove dalla voce divina della storia [..] la storia rende immortali le loro qualità".

Ecco dunque cosa é la storia... ancora oggi!
Occorre semplicemente studiarla...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


giovedì 8 gennaio 2009

Diodoro Siculo e gli Egizi...

Diodoro Siculo... autore di una delle più conosciute e studiate opere enciclopediche di storia antica.
L'opera si chiama "Biblioteca storica" e fu composta nel I° secolo a.C. in lingua greca...
Purtroppo il tempo ha distrutto buona parte dei quaranta libri che componevano la Biblioteca Storica ma per fortuna i primi tre libri sono sopravvissuti e per natale mi sono stati regalati. Così vi posso dire cosa sapeva Diodoro a proposito dell'Egitto.
Voglio iniziare con una curiosità, Eracle era Egiziano!
Ma sentiamo Diodoro...

[libro primo, 24]
"E infatti Eracle, che era egiziano d'origine, grazie al suo valore visitò larga parte del mondo abitato, e pose la sua colonna in Libia..."
Questo è il più antico Ercole/Eracle conosciuto dagli egizi. Secondo loro questo grande eroe e condottiero visse nel periodo del mitico Osiride e cioè tra i diecimila e ventitremila anni prima del momento in cui scriveva...

[libro primo,17]
Eracle infatti fu nominato Generale di tutto il paese dell'Egitto da Osiride.
L'Eracle di cui parlavano i greci invece visse una generazione prima della guerra di Troia (circa 1200 a.C.) e alla nascita si chiamava Alceo.
Gli fu cambiato il nome in Eracle perché cercò di emulare l'Eracle antico (queste informazioni arrivavano a Diodoro da Matris di Tebe).
Interessante vero?
E di Osiride allora, che mi dite?

Ma quanto sono attendibili le informazioni che ci ha tramandato Diodoro?
E' chiaro che non possiamo credere a tutto ciò che ci dicono gli antichi anche perché spesso i loro testi ci sono giunti "ritoccati" o ricostruiti, ciò non toglie che anche a quei tempi esistevano delle fonti e Diodoro le usò per quello che gli era possibile.
Ma poco importa ciò che io penso, mi rifaccio però allo stesso Diodoro che dice:

[Libro primo, 69-7]
ora, per quanto riguarda ciò che hanno inventato Erodoto e qualche autore che ha trattato le vicende egiziane, preferendo deliberatamente alla verità la narrazione di storie strabilianti e la creazione di miti fittizi per affascinare i lettori, lo ometteremo, mentre esporremo proprio ciò che é scritto nelle cronache dei sacerdoti egiziani e che abbiamo esaminato scrupolosamente".
Dunque, fino a prova contraria io concedo a Diodoro la fiducia che secondo me si merita, senza credere a tutto ciò che dice ma senza neanche sottovalutare ciò che dice!

Diodoro Siculo spesso riporta notizie strane, particolari... tra queste a mio parere c'é né una veramente interessante...

[Biblioteca storica, Libro I, 80]
1. Anche la legge egiziana relativa ai ladri era estremamente singolare, perché ordinava che quanti volevano praticare questa attività iscrivessero il proprio nome nel registro presso il capo dei ladri e, come d'accordo, portassero immediatamente a lui la refurtiva, e che quanti erano stati derubati di qualcosa gli presentassero in modo analogo una lista dettagliata degli oggetti mancanti, aggiungendovi il luogo e il giorno e l'ora del furto.
2. Poiché in questo modo tutti gli oggetti venivano prontamente ritrovati, chi ne era stato derubato doveva pagarne il quarto del valore, acquistando soltanto i propri. Infatti, essendo impossibile trattenere tutti dal commettere furti, il legislatore trovò un espediente per cui ogni oggetto perduto sarebbe stato recuperato dietro pagamento di un piccolo riscatto.

Chissà se esistono altre testimonianze di questa singolare legge...

E vediamo ora cosa ci dice sul Nilo il nostro Diodoro Siculo:

Biblioteca Storica, libro I, 19]
"nelle epoche più remote il fiume ebbe nome Oceane, che in greco significa Oceano; in seguito, essi affermano, a causa dell'irruzione delle acque, gli fu dato quello di Aetos. Più tardi, ricevette la denominazione di Egitto, dal nome di colui che regnò sul paese.
Anche il poeta lo testimonia quando dice:
"tenevo sul fiume Egitto navi ricurve".
Infatti, poiché nella località chiamata Tonis il fiume si getta nel mare, essa fu emporio dell'Egitto; il fiume derivò l'ultima sua denominazione, quella che ha ora, dal re Nileo.

E' mai esistito un sovrano con questo nome?
E cosa significa "in seguito, essi affermano, a causa dell'irruzione delle acque, gli fu dato quello di Aetos"?

Domande aperte a tutti...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 3 gennaio 2009

La decadenza ai giorni nostri...

Nessuno ignora che l'eloquenza e tutte le altre manifestazioni dell'ingegno, hanno perso il loro antico fulgore, non per mancanza di personalità all'altezza, ma perché i giovani sono pigri e i genitori li trascurano, perché i maestri sono ignoranti e vengono dimenticati i costumi del passato. Sono sciagure nate a qui, a Roma, poi si sono sparpagliate per l'Italia e adesso si stanno ramificando anche nelle province.

Grazie Tacito, una lezione magistrale...
Chissà che non possa esserci utile!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 1 gennaio 2009

Il "pesce" e la religione cristiana...

Voglio iniziare questo nuovo anno con un breve articolo sul pesce.
Non parlo di cenone di natale, né di acquariofilia o di pesca, voglio parlare del simbolo del pesce che nei primi secoli della storia del cristianesimo era associato a Gesù Cristo!
Quale era il significato?
Leggendo il libro di Ernesto Renan su "Marco Aurelio e la fine del mondo antico" sto scoprendo tante informazioni, alcune notizie già sentite di passaggio, altre totalmente nuove... il libro é interessantissimo, sullo sfondo o meglio con la scusa di parlarci della vita di Marco Aurelio infatti, l'eminente storico delle religioni, ci parla degli accadimenti religiosi nel mondo dei tempi del grande imperatore...
Tra gnosticismo, sette eretiche, grandi martiri e testi antichi, l'autore ci fa rivivere lo sviluppo del cristianesimo.
Veniamo alle notizie che più mi interessano, in alcuni punti si parla dei libri sibillini, o meglio, degli oracoli...
"Un marmo del III secolo, trovato ad Autun, ci ha conservato un componimento poetico che presenta, come l'ottavo libro degli oracoli sibillini, l'acrostico ιχθυς"...
Dunque, prima di andare avanti ho la necessità di chiarirmi alcuni concetti. Cosa significa "acrostico"?
Un acrostico è un componimento poetico in cui le lettere o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase chiamato acronimo.
Cosa significa ιχθυς ce lo dice l'autore: "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore che in greco suona così: Ἰησοὺς Χριστὸς Θεοῦ Υἱὸς Σωτήρ, più o meno "Iesous Cristos Teos Iios Soter".
Ma in greco, per chi non conosceva il significato nascosto dell'acrostico, si aveva semplicemente ιχθυς cioè pesce! Il pesce inizialmente fu il simbolo di Gesù Cristo.
Già tutto ciò é di per se interessantissimo, almeno per me, ma proviamo ora ad andare avanti!
Sul marmo era riportato:
"O razza divina dell'ιχθυς celeste, ricevi con cuore traboccante di rispetto la vita immortale tra i mortali; ringiovanisci la tua anima, o mio carissimo, nelle acque divine, tra le onde eterne della Sofia che dà i tesori. Ricevi il cibo dolce come il miele del Salvatore dei santi; mangia fin che hai fame e bevi fin che hai sete; tieni l'ιχθυς tra le palme delle mani".
Ancora più interessante...
ma la cosa più interessante per me non é tanto l'acrostico in se quanto ciò che Renan ci aveva detto poco prima: "Un marmo del III secolo, trovato ad Autun, ci ha conservato un componimento poetico che presenta, come l'ottavo libro degli oracoli sibillini, l'acrostico ιχθυς".
Renan dice che l'acrostico ιχθυς era presente "come nell'ottavo libro degli oracoli sibillini".
Ora, se questo libro di cui si parla é uno dei libri sibillini dei quali ho parlato in un altro mio articolo (http://tuttologi-accademia.blogspot.com/2008/11/sui-libri-sibillini.html) bisogna ricordare che questi risalivano almeno al tempo di Tarquinio il Superbo - ultimo Re di Roma, tra il 534 e il 510 a.C.!
Se, e ribadisco il se, si tratta degli stessi libri, l'acrostico "ιχθυς" prima di essere attribuito a Gesù Cristo era stato attribuito a qualcun altro!
O, forse, la figura di "Ἰησοὺς Χριστὸς Θεοῦ Υἱὸς Σωτήρ" è molto più antica di quello che dice la religione cristiana...
Interessante credo... non pensate?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Archeologia, preistoria e storia, suddivisioni artificiose del tempo... l'unico testimone dell'evoluzione dell'Uomo...
Egitto... Roma... Sardegna...
Etruschi... Babilonesi... Assiri... Hyksos... Shardana... popoli del mare... Maya... Aztechi... Cinesi...
Vogliamo parlare di questi popoli e di altri... cercare di evidenziare similitudini e differenze... proveremo a studiare, assieme a chi ne ha voglia, popoli dimenticati... senza preconcetti!
Cercheremo di ripercorrere la storia di questi popoli con l'aiuto di storici antichi e moderni... ma non solo...
Cercheremo di andare oltre una disciplina scolastica leggendo testi antichi alla ricerca di radici ancora poco chiare...
Cercheremo di capire se è vero che l'uomo si è evoluto così come abbiamo studiato, linearmente, oppure se è possibile che le cose siano andate diversamente... come sostenne Platone!

Zibaldone...

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