lunedì 28 marzo 2016

Ercole in Spagna

Tempo addietro ho scritto di Sanchuniathon secondo Filone di Biblo.
Ora, frugando su Google books alla ricerca di notizie su tale Dracone di Corfù, autore di una storia sull'Italia antica, mi sono imbattuto in un testo del 1787  di Gian Francesco Masdeu, di Barcellona, edito a Firenze. Si tratta della "Storia critica di Spagna.
Non ho saputo resistere e, dopo aver appurato che le informazioni su Dracone di Corfù erano veramente minime, ho cercato il primo volume in cui si parla della Spagna antica, ed ho cominciato a leggere.
Mi sono quindi imbattuto nella leggenda dei Titani, che non è però l'oggetto di questo mio articolo, e poi di una parte in cui l'autore riferisce dei vari personaggi chiamati Ercole che si dice siano stati in Spagna, ed ecco che cosa dice l'autore. Un inciso, l'autore afferma che Oceano Atlantico significava Oceano Innavigabile, come se Atlantico significasse "non navigabile". E' la prima volta che trovo un simile riferimento. In effetti in greco Thalassa significa mare e se si suppone che Atlantico sia A-Tlantico, allora la "A" potrebbe essere privativa. E' qualcosa su cui riflettere. Dirò infine che l'autore è molto scettico sull'esistenza di questi Ercoli e del fatto che siano effettivamente arrivati in Spagna.
Ma torniamo al testo.
Il Masdeu dice che: "Quattro principalmente sono gli Ercoli, i quali si pretende che abbiano posto piede in Spagna", questi sono Ercole l'Egiziano, Ercole il Fenicio, Ercole il Cretese ed Ercole il Tebano.
Il primo di questi, l'Ercole Egiziano, suppongono i Greci, che fosse Capitan Generale di Osiride Re d'Egitto, e che insieme venisse con lui a conquistare la Spagna.
Un altro inciso: l'autore riferisce che Diodoro Siculo pensa che Osiride in quanto Dio dovrebbe essere uno dei nomi del dio Sole e che il significato sia "multi-occhiuto", ovvero che vede tutto. Ciò mi ha fatto pensare ad alcune rappresentazioni di angeli con gli occhi su tutto il corpo, cosa che ho visto per esempio in una chiesa sul lago d'Orte. Sempre Diodoro asserisce che Osiride è anche un Dio Uomo, ovvero un condottiero deificato per le grandi imprese compiute in terra. Il Masdeu asserisce che il regno di questo Osiride dovrebbe risalire a quattordici anni dopo il Diluvio Universale e sulla base del fatto che ritiene inverosimile che in quei tempi antichi si potesse navigare fino alla Spagna e che non crede possibile esistessero regni potenti capaci di simili imprese, giudica che Ercole l'Ercole Egizio non sia mai potuto arrivare in Spagna.
Parlando quindi dell'Ercole Fenicio, il Masdeu dice che il fatto in se ha maggior verisimilitudine in quanto Ercole arrivò in Spagna, dato che le Colonne ne conservano il nome. Però per l'autore un tale Ercole non era conquistatore bensì mercante. Oppure, se veramente era un grande uomo, un eroe, come si potrebbe arguire dall'interpretazione del significato in lingua araba e fenicia, tale Ercole venerato a Cadice non è altro che lo stesso Ercole Egizio di cui ha già parlato.
In merito all'Ercole Cretese, il Masdeu lo fa risalire all'Ercole Fenicio, infatti a suo parere l'Ercole Cretese era uno dei Sacerdoti (o Sapienti) del monte Ida della Frigia. Tali sapienti erano dieci e venivano chiamati con molti nomi: Idei, Coribanti, Cureti, Cabiri, Satiri, Titiri, Gerfici, Dattili e Ditti. Masdeu afferma che i Cureti erano sapienti Fenici per cui ancora una volta l'Ercole Cretese non è altro che l'Ercole Fenicio. Sul fatto che esso conquistasse la Spagna afferma che non la conquistò con le armi ma che vi portò le sue conoscenze.
Dell'Ercole Tebano ci parla maggiormente. Intanto si dice che vivesse in Tebe sotto il Re Euristeo di Micene, che partecipò all'impresa degli Argonauti in colchide, che vinse in battaglia le Amazzoni guidate dalla loro regina Ippolita, che sconfisse Laomedonte, che consegnò il regno di Troia a Priamo. Si dice che tale Ercole viaggiò anche in Italia e Spagna per poi tornare in Grecia dove, gravemente ammalato, si uccise gettandosi nel fuoco. Tali avvenimenti avvenivano cinquantacinque anni prima della distruzione di Troia. Si dice che in Spagna sconfisse Gerione, Re, e gli rubò le vacche ed eresse le celebri Colonne che da lui presero il nome. 
Secondo il Masdeu vi furono quaranta e più Ercoli di cui si parla nelle storie, però a suo parere si tratta sempre dello stesso, ovvero di quello più antico, l'Egizio o Fenicio, il quale fu, probabilmente, un grande conquistatore.
Ora, che Ercole fosse Egizio, Fenicio, Tiro o Cretese poco importa, sicuro è che ogni volta che mi accingo a leggere qualche testo antico vi scopro sempre notizie interessanti, forse non sempre attendibili, ma sicuramente interessanti.
Chiudo dicendo che il Masdeu cita Monsignor Mario Guarnacci e il Dottor Giampaolo Limperani come autori di Storie d'Italia poco credibili, testi in cui gli autori raccontano come molti degli Dei e degli Eroi dell'Antichità fossero Italiani. Forse non è vero ma sicuramente è interessante e prima o poi dovrò dedicarmi anche alla lettura di questi autori.

Alla prossima.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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