sabato 30 giugno 2007

Platone - Πλάτων - (Atene 428-347 a.C.)

Filosofo greco, viaggiò molto e si recò, tra l'altro, in Egitto.
Nel corso della sua vita conobbe Euclide.
Autore di numerosi "Dialoghi" tra cui la Repubblica, Timeo, Crizia, Fedro, Leggi...
Discepolo di Socrate, conobbe Aristotele.
Nel Timeo parla di Atlantide, attribuendo a Solone un racconto sulla mitica civiltà scomparsa...
Racconto proveniente dall'Egitto... da un sacerdote del tempio di Neith (Atena) della città di Sais:
".. fu una volta, o Solone, prima della grande distruzione per mezzo delle acque (il diluvio universale?), quella che ora è la città degli ateniesiuna città prestantissima, e per la guerra e per tutte le altre cose ben ordinata più che alcun altra, per opera della quale si dice abbiano avuto luogo le più belle imprese e i più belli ordinamenti di quanti mai sotto il cielo ci sia stata trasmessa notizia.
Or come udì queste cose Solone, disse di essersene meravigliato, e di averci messo ogni buon volere, pregando i sacerdoti che gli raccontassero ordinatamente per filo e per segno tutto ciò che sapevano dei suoi antichi concittadini.
E il sacerdote gli rispose: Non c'è ragione di rifiutartelo, o Solone,; e per amor tuo e della città tua parlerò, e sopra tutto anche per rispetto della Dea che possedette, nutrì e allevò la citta vostra e la nostra, anzi la vostra mille anni prima, ricevendo il seme di voi dalla Terra e da Efesto, e la nostra posteriormente. E di questa fondazione nostra nelle sacre scritture è scritto il numero di ottomila anni. Pertanto dei tuoi concittadini, che sono stati novemila anni fa, ti esporrò brevemente e le leggi e delle opere loro quella che fu la più bella; [..] Molte grandi opere pertanto della città vostra quì trascritte si ammirano, ma a tutte una va di sopra per grandezza e per valore; perocchè dice lo scritto di una immensa potenzacui la vostra città pose termine, la quale violentemente avea invaso insieme l'Europa tutta e l'Asia, venendo di fuori dal mare Atlantico. Infatti allora per quel mare là si poteva passare, perchè innanzi a quella foce stretta che si chiama, come dite voi, colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa chi procedeva trovava allora un valico alle altre isole, e dalle isole a tutto il continente dall'altra parte intorno a quel mare là [..] Ora in questa isola Atlantide era sorto un grande e mirabile impero, il quale la dominava tutta quanta con molte altre isole e alcune parti pure del continente. Ed oltre di ciò anche delle regioni da questa parte del mare interno signoreggiavano sulla Libia fin verso l'Egitto e sull'Europa fino all'Etruria. Or tutta questa forza raccolta in uno tentò una volta con un impeto solo di soggiogare e i luoghi vostri ed i nostri e quanti altri sono di qua dello stretto. E fu allora, o Solone, che la potenza della città vostra diventò illustre presso tutti gli uomini e per valore e per vigoria. Perocchè avendo la preminenza su tutti per forza d'animo e per ogni arte di guerra, parte da sola per necessità, quando gli altri la abbandonarono, dopo esser giunta agli estremi pericoli, riuscì a trionfare degli invasori e ad innalzarne trofei; e coloro che non erano ancora stati soggiogati impedì che si soggiogassero, e gli altri, quanti abitiamo di quà dai confini di Ercole, tutti generosamente liberò.
In tempi posteriori per altro, essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere del giorno e d'una brutta notte, quando v'era presso di voi atto a combattere, tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. Per questo anche adesso quel mare là è diventato impraticabile e inesplorabile, essendo d'impedimento il fango dei bassi fondi che l'isola sommersa produsse."
Vi invito a leggere voi stessi il Timeo...
troverete anche tante altre cose d'interesse...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 29 giugno 2007

Il ruolo dell’acqua come risorsa strategica nello scenario mondiale...


“...Abramo rimproverò Abimelech a causa
di un pozzo d’acqua che i servi di Abimelech
avevano usurpato.”(1)
(Genesi 21,22)

La Terra è il terzo pianeta del sistema solare, grazie alla sua posizione e alle particolari caratteristiche che la contraddistinguono, ha visto nascere e svilupparsi la vita in tutte le sue forme, dalle più semplici alle più complesse. Ricoperta dall’acqua per più di due terzi della sua superficie, “chiamiamo Terra la nostra dimora nel cosmo, ma Acqua sarebbe un nome più appropriato”(2).
Se guardiamo il nostro pianeta dallo spazio il significato di tale affermazione appare subito in tutta la sua evidenza...
L’acqua... che cos’è ?
L’acqua è un composto chimico cioè una associazione di atomi di diversa natura, principalmente di idrogeno e Ossigeno, con differenti quantità di sali minerali disciolti e altre sostanze. Per millenni si è pensato che fosse un elemento cioè che fosse indivisibile, lo stesso Aristotele usa l’acqua per spiegare cos’è un elemento:

“Si dice <> ciò dalla cui immanenza un oggetto risulta originariamente composto e che è specificamente indivisibile in un’altra specie, come, ad esempio, elementi della voce sono le parti di cui è composta la voce e in cui questa viene definitivamente divisa e che non possono essere ulteriormente divise in altre voci che siano di una specie differente dalla loro, ma, anche se venissero divise, le loro parti sarebbero della medesima specie come, ad esempio, è acqua una parte di acqua, mentre al contrario una parte di sillaba non è sillaba.”(3)

Solo molto più tardi si scoprì che non si trattava di un elemento bensì di una molecola. Ma una mera elencazione delle proprietà chimico-fisiche dell’acqua, seppur importante, è molto riduttiva del significato che l’Uomo le ha attribuito nel tempo.
La carenza d’acqua, la carestia e le guerre nel passato.
L’importanza dell’acqua come risorsa strategica è ben visibile già negli antichi testi religiosi che descrivono le origini di popoli che vivevano in territori aridi quali la Palestina, il Libano, l’Egitto. Nella Bibbia come nella Toràh si può vedere quanta parte abbia l’acqua sia nei rapporti tra persone dello stesso gruppo sociale che tra le diverse popolazioni ebree, egiziane, palestinesi, arabe.
L’acqua assume valenza divina, salvifica... l’acqua quale mezzo di Dio che purificò il mondo corrotto dall’uomo per mezzo del Diluvio Universale... l’acqua clemente, culla la grande tevà(4) sulla quale si mette in salvo Noè e le diverse specie di animali... poi nuovamente l’acqua che custodisce amorevolmente Mosè, “il salvato dalle acque”... l’acqua come simbolo di purificazione dal peccato originale nel Battesimo... la mancanza dell’acqua per contro è vissuta come simbolo di punizione divina; Origene(5), nelle sue Omelie sulla Genesi (6) ci fa capire quale importanza si attribuisse all’acqua nella terra di Abramo, infatti dice:

Vediamo che cosa intanto faccia Abrahamo, dopo che Sara si é indignata. Scaccia l’ancella e il suo figlio ma tuttavia le da un otre d’acqua. Infatti sua madre non ha un pozzo d’acqua viva, e il bambino non poteva attingere acqua dal pozzo”(Genesi 26, 14 –19).

Dunque Abramo scaccia l’ancella ma le dà l’acqua per il viaggio, mandarla via senza significherebbe mandarla incontro a morte sicura.
Sempre nella Genesi (26,14), si dice:

Isacco ha i pozzi, e per questi anche sostiene lotte contro i Filistei”.

Origene spiega in chiave religiosa i termini “pozzo” e “acqua viva” ma io preferisco considerare i pozzi come realtà e dunque l’accenno a “lotte per i pozzi” va visto come l’indicazione di una vera e propria guerra per il possesso dell’acqua, acqua vista come vera fonte di salvezza(7) non tanto spirituale quanto fisica, reale.
I pozzi, le sorgenti, i fiumi sono oggetto di contese e discordie, spesso risolte con le armi o con la cacciata di un popolo dalle terre ricche del prezioso elemento, Isacco venne allontanato dalle terre in cui aveva trovato l’acqua il padre Abramo fino a che non viene stabilito un accordo tra lui e Abimelech:

Tutti i pozzi che avevano scavato i servi di suo padre ai tempi del padre Abramo, i Filistei li avevano turati riempendoli di terra [..] I servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva. Ma i pastori di GERAR litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: L’acqua è nostra! [..] scavarono un altro pozzo ma quelli litigarono anche per questo [..] Allora si mosse di là e scavò un altro pozzo per il quale non litigarono;” (Genesi 26,15-22).

L’acqua come risorsa naturale: rinnovabile o esauribile?
In tutte le attività umane non si può fare a meno di considerare la rilevanza delle risorse naturali, sia nei processi di produzione che in quelli di scambio o di consumo. L’acqua normalmente non era intesa come risorsa oppure era considerata una risorsa inesauribile in quanto rinnovabile. Oggigiorno ha assunto sempre più una dimensione strategica.
L’inquinamento provocato dall’uomo o, per meglio dire, la “consapevolezza dell’inquinamento” che colpisce con sempre maggiore importanza l’acqua, ha fatto si che negli ultimi anni questa sia diventata, nella considerazione dell’uomo, una risorsa sempre meno rinnovabile e sempre più strategica. Philip Ball(8) nel suo libro “una biografia dell’acqua” cerca di mettere in evidenza la funzione strategica dell’acqua nel mondo, facendo notare in quali termini il problema dell’acqua entri in situazioni di crisi che si sono verificate nel passato in determinate aree geografiche attraversate da fiumi che attraversano macroregioni suddivise tra più Stati come nel caso del bacino del Colorado, del fiume Giordano nella guerra del 1967, delle falde acquifere sfruttate dalla Peabody Western Coal company che estrae il carbone dalla Black mesa, e utilizza l’acqua delle falde acquifere del territorio e che (probabilmente) ha causato l’asciugarsi dei pozzi usati dagli indiani Hopi.

L’acqua e il mondo moderno.

Se dovessimo cercare di capire perchè l’acqua è sempre più importante e sempre più considerata nel Mondo moderno, non potremo non prendere in considerazione quella che è la produzione legislativa dell’O.N.U. Il fatto stesso che l’ONU si sia occupata di questo argomento ci fà capire che l’acqua è una risorsa strategica. Adesso più del passato.
Già nel 1977 le Nazioni Unite proclamano il diritto dei popoli all’accesso all’acqua potabile in quantità e qualità pari ai loro bisogni essenziali(9).
Il problema dell’acqua nel ventunesimo secolo entra di diritto a far parte del più complesso problema del cosiddetto “sviluppo sostenibile”:

La sostenibilità ambientale rappresenta una sfida che interessa tutti noi. Nelle nazioni ricche, i prodotti secondari e gli scarti della produzione industriale e delle attività agricole avvelenano i terreni e i corsi d’acqua. Nei paesi in via di sviluppo, la massiccia deforestazione, pratiche di coltivazione dannose e un processo di urbanizzazione incontrollato costituiscono le principali cause di degrado ambientale”(10).

Il Segretario Generale usa termini chiari e, dati alla mano, dimostra quale sia l’ampiezza del problema dell’acqua, sia di per se stesso che in relazione a altri fattori quali l’aumento globale della temperatura dell’atmosfera, “Affrontare la crisi idrica” è l’imperativo che non può più essere procrastinato:

Il consumo globale di acqua dolce è cresciuto di sei volte fra il 1900 e il 1995 — più di due volte il tasso di crescita della popolazione. Circa un terzo della popolazione mondiale vive già in nazioni che sono considerate "sottoposte a tensioni idriche" — vale a dire, dove i consumi superano del 10 per cento le disponibilità complessive. Se l’attuale tendenza continuerà, entro il 2025 due abitanti della Terra su tre vivranno in questa condizione.
Le sorgenti idriche soddisfano i bisogni di circa un terzo della popolazione mondiale. L’insostenibile sfruttamento di queste risorse, un fenomeno ampiamente sottovalutato, costituisce motivo di particolare preoccupazione. L’esaurimento delle sorgenti in quantità superiore rispetto alle capacità della natura di rinnovarle è largamente diffusa in alcune parti della Penisola Araba, in Cina, in India, in Messico nella ex Unione Sovietica e negli Stati Uniti. In alcuni casi, le falde acquifere vanno riducendosi da 1 a 3 metri ogni anno. In un mondo nel quale dal 30 al 40 per cento del cibo proviene da terre irrigue, questo fenomeno costituisce un problema essenziale per la sicurezza alimentare.”(11)

Ma il problema non è “solo” alimentare, di inquinamento, sanitario, religioso (come se non fosse abbastanza!) ma sempre più è un problema di conflitto di interessi legati all’esistenza stessa della popolazione, per cui sempre più si va verso situazioni a rischio tendenti a evolvere in crisi internazionali, conflitti , guerre...(12)

In alcune delle regioni mondiali esiste già una fiera lotta sull’acqua necessaria all’irrigazione e alla generazione di energia elettrica, competizione che dovrebbe verosimilmente peggiorare man mano che la popolazione continuerà a crescere. Attualmente, il Medio Oriente e il Nord Africa sono assai gravemente colpite dalla scarsità idrica, ma entro i prossimi cinquanta anni l’Africa sub-sahariana si aggiungerà loro nel caso in cui la sua popolazione raddoppiasse o triplicasse.”(13)

L’acqua è sempre stata una risorsa strategica?

Per cercare di rispondere a questa domanda riassumerò brevemente ciò che è già stato detto fino ad ora, cercando di dimostrare che l’acqua è sempre stata una risorsa strategica.
Gli antichi testi religiosi ci parlano del ruolo dell’acqua in relazione alla vita e alla morte, alla purificazione dal peccato, alle contese tra popoli riguardanti i pozzi, allo sviluppo in presenza d’acqua e alla morte in mancanza d’acqua...
I moderni testi di diritto internazionale prendono in considerazione sempre più spesso il problema dell’acqua in relazione alla distribuzione della stessa, all’inquinamento, allo sviluppo sostenibile, alle carestie, ai conflitti legali e non tra uomini, società, popoli...
Se non si può negare l’importanza degli antichi testi religiosi nell’antichità, e se allo stesso modo non si può negare l’importanza del diritto (internazionale e non) nella società moderna, considerato il fatto che l’acqua è soggetto principale prima dei testi antichi e poi del Diritto, si deve giungere alla conclusione che l’acqua è sempre stata una risorsa strategica.
Si può aggiungere che, forse, non sempre ci si è resi conto di questo fatto, probabilmente per la minore densità di popolazione nelle zone a bassa presenza d’acqua, ma oggi l’aumento demografico (soprattutto nelle zone in cui l’acqua e scarsa) e l’aumentato consumo dovuto alle attività di produzione e all’inquinamento fanno si che l’acqua sia diventata un bene indispensabile per la sopravvivenza non del singolo ma dell’intera società umana attuale e futura quindi

"dovrebbe essere dimostrata prudenza nella gestione di tutte le specie viventi e di tutte le risorse naturali, in conformità con i precetti dello sviluppo sostenibile. Soltanto in questo modo le incommensurabili ricchezze offerteci dalla natura potranno essere conservate e lasciate in eredità ai nostri discendenti. Gli attuali insostenibili modelli di produzione e di consumo debbono essere modificati nell’interesse del nostro benessere futuro e di quello dei nostri figli.”(14)

In conclusione ho voluto usare questa frase pronunciata durante la cinquantacinquesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite perchè mi sembra che essa esprima bene la controversa natura umana, così ben rappresentata dal termine “Dovrebbe” che stà a significare che l’uomo capisce che stà sbagliando ma, allo stesso tempo, dubita della possibilità del raggiungimento della soluzione del problema essendo un problema troppo grande e strettamente legato agli interessi economici, strategici, nazionali e, talvolta, personali ...
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Note
1. Genesi (21,22-..), Abramo ed Abimelech concludono un’alleanza a Bersabea. Conclusa l’alleanza “Abimelech si alzò con Picol, capo del suo esercito, e ritornarono nel paese dei Filistei”. 2. Philip Ball, H2O una biografia dell’acqua, pag. 33.
3. Aristotele, Metafisica, libroV, 3.
4. Arca.
5. Origene è uno dei più importanti patriarchi del secondo secolo dopo Cristo.
6. Omelie sulla Genesi, Città Nuova editrice, 1978, traduzione, introduzione e note a cura di Maria Ignazia DANIELI, pagg. 134 e 135.
7. Si provi a considerare la diversa importanza che si può attribuire a questa frase utilizzando come chiave di lettura una prima volta la società di tipo nomadico in cui i pozzi rappresentano la vita per un nomade e per la sua famiglia, e la seconda volta una società di tipo stanziale quale quella romana del secondo secolo dopo Cristo.
8. Philip Ball è un chimico inglese, inpegnato nel campo della divulgazione scientifica; nel suo libro “H2O una biografia dell’acqua” analizza l’acqua sotto diversi punti di vista, storico, scientifico, religioso, mettendo in evidenza il legame tra questo elemento e l’Uomo. Per lui “..l’acqua finirà per diventare un bene raro, con conseguenze potenzialmente incendiarie” (pag. 358).
9. Report of the United NationsWater Conference, Mar del Plata, 1977.
10. Rapporto del Segretario Generale A/54/2000, Noi i Popoli: il ruolo delle Nazioni Unite nel ventunesimo secolo.
11. Rapporto del Segretario Generale A/54/2000, Noi i Popoli: il ruolo delle Nazioni Unite nel ventunesimo secolo.
12. Leif Ohlsson, in Hydropolitics, riporta alcuni dati sulle dispute riguardanti i fiumi, dall’analisi di questi dati si può notare la dimensione globale del fenomeno. Tutti i più grandi fiumi sono stati oggetto di dispute, il Nilo, il Tigri e l’Eufrate, l’Indo, il Gange, il Brahmaputra, il Mekong, il Colorado, il Rio Grande, il Danubio per citarne solo alcuni. Pasquale Coppola e Eugenia Ferragina in “Lo scacchiere del Disagio”, articolo pubblicato sul n° 6 di Politica Internazionale (1997) mettono in evidenza come nel giro di 35 anni (dal 1985 al 2020) potrebbe aggravarsi la situazione del conflitto tra Israele e Giordania in relazione alla risorsa “acqua”, infatti Israele passerebbe da 501 mc annui pro capite di cui disponeva nel 1985 a 327 mc annui pro capite nel 2020. Nello stesso periodo di tempo la popolazione giordana passerebbe da 313 mc a soli 91 mc annui pro capite ...Questa eventualità porterebbe entrambi i paesi al di sotto della soglia critica dei 500 mc definita dalla Banca Mondiale e ciò spingerebbe i due stati a cercare delle fonti alternative di approvvigionamento d’acqua...
13. Rapporto del Segretario Generale A/54/2000, Noi i Popoli: il ruolo delle Nazioni Unite nel ventunesimo secolo.
14. NAZIONI UNITE: Assemblea del Millennio, cinquantacinquesima sessione dell’Assemblea Generale, Settembre 2000 — Settembre 2001
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Bibliografia essenziale
Egidio Dansero, Pierpaolo Faggi, Augusto Biancotti, Sergio Conti, Pasquale Coppola, Alberto Antoniotto, Gabriele Ciampi, Giaccaria Paolo, Marco Antonsich, 2002, ciclo di lezioni tenute nell’ambito del IV modulo “Geografia polotica economica e antropologica” del 3° Master in Scienze Strategiche.
Aristotele, 1982,Opere 6 Metafisica, Editori Laterza.
Ball Philip, 2000, H2O una biografia dell’acqua, Rizzoli.
Faggi Pierpaolo, Conventional Wisdom and local water: globalised irrigation in the Sahelian-KÜNG Hans, 2001, Ebraismo - passato - presente – futuro, BUR Saggi.
Ohlsson Leif, 1995, Hydropolitics, The Role of Water and the Origins of Conflict, Zed Books.
Origene, 1978, Omelie sulla Genesi, Città Nuova Editrice.
Quinzio Sergio, Un commento alla Bibbia, 1991, ADELPHI.
sudanese Zone, tratto da Geographies of diversity Italian Perspectives.
L.Friday, R. Larskey, 1991, Il fragile ambiente, Edizioni Dedalo, Bari.
La Sacra Bibbia, 1996, versione ufficiale CEI, CEI – UELCI.
Le NAZIONI UNITE lavorano per costruire un mondo migliore, CD-Rom realizzato dal Centro di Informazione delle Nazioni Unite.

mercoledì 27 giugno 2007

道德經 - Tao-Te-Ching


Tao-Te-Ching
ovvero “Il libro della via e della virtù”
Lao-tzu (老子), fondatore del Taoismo, è considerato dalla tradizione cinese l'autore del Tao-Te-Ching - Il libro della via e della virtù. Sempre secondo la tradizione, l'opera è stata scritta in epoca molto remota, forse nella prima metà del VI secolo a.C. dunque al tempo di Confucio, per alcuni; intorno al 300 a.C., per altri.
Si tratta di un'opera in parte poco chiara, anche a causa delle innumerevoli rivisitazioni e correzioni che nel tempo l'hanno interessata.
“La Via veramente Via non è una via costante. I Termini veramente termini non sono termini costanti.”
Così inizia il libro della Via e della virtù, nella versione a cura di Duyvendak e traduzione di Anna Devoto, lasciando intendere sin dal principio che arrivare alla fine non sarà troppo semplice.
“Il termine non-Essere indica l'inizio del cielo e della terra; il termine Essere indica la madre delle diecimila cose”
Nel tempo si è interpretata questa frase, facendo riferimento alla Vita (l'Essere) e alla Morte (il non-essere)... eppure, a ben vedere, la storia della filosofia occidentale conosce bene l'Essere e il non Essere... Leucippo e poi il suo discepolo Democrito, infatti, “pongono come elementi il pieno e il vuoto, e chiamano l'uno essere e l'altro non-essere; e precisamente chiamano il pieno e il solido essere e il vuoto non-essere...”. Ho riportato tra virgolette le parole usate da Aristotele in “Metafisica” quando parla delle dottrine dei predecessori...
Se consideriamo che “'inizio del cielo e della terra” potrebbe essere il vuoto e con “la madre delle diecimila cose” si indica la sostanza da cui tutte le cose sono create cioè la materia, la mia interpretazione potrebbe essere considerata valida...
Il capitolo IV si presta ad alcune brevi considerazioni: in primo luogo c'è da dire che la prima frase è “La via è vuota; nonostante l'uso non si riempie mai”, la Via è vuota è una possibile interpretazione del termine cinese ch'ung che può significare “vuoto” oppure “acqua che sgorga”, a detta del traduttore (io non conosco il cinese!), secondo me dovrebbe essere interpretata diversamente, e cioè: “La Via è come una sorgente, nonostante l'uso non ha fine”. In questo modo almeno la frase avrebbe un senso!
L'ultima frase è molto interessante perché, a mio parere è il ricordo del passato. Si può leggere, infatti: “Generata da non so chi, essa è l'immagine di ciò che fu prima degli imperatori”. Un'era degli imperatori che avrebbe preceduto l'era in cui ci si trovava... dunque.
Il capitolo VI sembra non avere senso... lo scrivo come è stato tradotto, se qualcuno possiede una differente traduzione sarei grato se mi scrivesse una mail con il testo del capitolo VI...
“Lo spirito della valle non muore”, questo si riferisce alla femmina oscura.
“La porta della femmina oscura”, questo si riferisce alla radice del cielo e della terra.
Sviluppandosi in fibre innumerevoli, essa dura per sempre; la sua azione non si esaurisce mai.
Stessa cosa vale per il capitolo X, non riesco infatti a trovare un senso alla frase: “Aprendo e chiudendo le porte naturali, puoi essere una gallina?”
Passando per frasi più o meno sensate e più o meno condivisibili si arriva al Capitolo XXV che esordisce così: “prima della formazione del cielo e della terra c'era qualcosa in stato di fusione.” Se la interpretiamo alla luce delle nostre “presunte” conoscenze moderne di cosmologia, si potrebbe pensare che qualcuno, sei secoli prima di Cristo (o ancor prima) avesse ipotizzato il Big bang... possibile? Io sono convinto di si!
Uno dei capitoli che mi è piaciuto di più è il XXXIII, vi si parla dell'Uomo e si dice: “Colui che conosce gli altri è sapiente; colui che conosce se stesso è illuminato”.
Il capitolo LVII spiega come si conquista l'Impero e dice:
“Quanto più ci sono divieti e proibizioni nell'Impero, tanto più il popolo si impoverisce. Quanto più il popolo possiede strumenti utili, tanto più il paese e la dinastia sono sconvolti. Quanto più ci sono operai ingegnosi, tanto più vengono prodotti oggetti bizzarri.
Quanto più si pubblicano leggi e decreti, tanto più si moltiplicano ladri e briganti...”
Queste affermazioni lasciano pensare che ciò di cui si parla sia realmente accaduto... mi ha colpito molto soprattutto la fabbricazione di oggetti bizzarri...
Il libro è pieno di spunti di quotidiana saggezza uniti a insegnamenti antichi come il mondo (cinese) che guidano il lettore attraverso frasi, talvolta misteriose, alla ricerca di qualcosa del tutto personale, alla ricerca forse, della propria Via verso la Virtù...
L'autore, suggerisce come deve essere governato un impero...
“Se non si esaltano gli uomini di talento, si ottiene che il popolo non lotti.
Se non si da valore ai beni difficili da ottenere, si ottiene che il popolo non rubi. [..] Ecco per quale ragione il santo, nella sua opera di governo svuota il cuore degli uomini e riempie il loro ventre, indebolisce la loro volontà e rafforza le loro ossa, in modo da ottenere che il popolo sia costantemente ignaro e senza desideri, e che coloro che sanno non osino agire.”
C'è poco da dire... è ciò che cercano di fare i più accorti... anche se non sempre ci riescono!
Ma Lao-tzu non si ferma qui e spiega come ricchezze e orgoglio siano portatrici di dolore e di sofferenze,
“Una sala piena di bronzi e di giade non può essere custodita da nessuno; ricchezze e onori accompagnate da orgoglio portano con se la disgrazia”
Nonostante la difficoltà di certi passi, il testo colpisce ancor oggi per l'attualità e la validità di quanto vi è scritto.
“Se il popolo ha fame, ne è causa la quantità di tasse consumate dai suoi superiori: ecco perché ha fame.
Se il popolo è difficile da governare, né è causa l'attività dei suoi superiori: ecco perché è difficile da governare.”
Insegnamenti cui tutti noi, e in primo luogo i nostri rappresentanti, dovremmo prestare attenzione!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 19 giugno 2007

GILGAMESH ( prima del terzo millennio)

E' il protagonista di un poema epico della Mesopotamia (il personaggio è, probabilmente, esistito realmente come re sumerico). GILGAMESH và alla ricerca del mitico UTNAPISHTIM unico sopravvissuto del diluvio...

Il poema risale al terzo millennio A.C. ed è stato oggetto di accurati studi nel tempo, in particolare per trovare dei fondamenti storici e geografici al racconto.

domenica 3 giugno 2007

Giamblico - I misteri dell'Egitto

ovvero
Risposta del maestro Abammone alla lettera indirizzata da Porfirio ad Anebo e soluzione delle difficoltà che vi si trovano
Chi è Giamblico?
Nato a Calcide di Celesiria probabilmente intorno al 275 (o, forse nel 245, i dati sono discordanti!), muore nel 330 d.C.. Dopo aver studiato a Roma, Alessandria e in Sicilia. Fonda quindi una sua scuola filosofica in Siria.
Scrive molte opere soprattutto su Platone e la sua filosofia, una Collezione di dottrine pitagoriche e una Teologia dei numeri. Molto di ciò che ha scritto è purtroppo andato perduto.
Ma con “I misteri dell'Egitto”, Giamblico, fingendosi Abammone Egizio, ci parla delle antiche dottrine degli Assiri e delle “nuove dottrine” del suo tempo rendendo ragione d'ogni cosa in modo appropriato e conveniente... dando “alle domande teologiche la risposta del teologo, quella del teurgo alle domande di teurgia, e dai filosofi esamineremo con te i quesiti di filosofia; e porremo in luce seguendo i principi primi quelli tra essi che riconducono alle cause prime; e discuteremo in maniera conveniente dal punto di vista morale quanto si dice sui costumi e sui fini supremi; ed esporremo tutto quanto ancora resta con metodo e proprietà.”
Nonostante la brevità del testo gli argomenti trattati sono tanti e tali che il libro, nel tempo, e stato tradotto in varie lingue.
Da tanti considerato misterioso e incomprensibile, è forse una guida alla conoscenza del divino, dell'uomo e della natura che lo circonda, è un invito a trovare la verità usando l'intelligenza.
Giamblico comincia il suo scritto parlando di Ermes, riferendo che tale dio è considerato da moltissimo tempo come la divinità comune a tutti i sacerdoti, protettore della vera scienza degli dei... colui al quale gli antenati dedicavano le invenzioni della loro saggezza, ponendo tutti i loro scritti sotto il nome di Ermes.
Effettivamente Ermes, dio della scrittura e della magia (anche Ermes Trismegisto o Hermes Trismegistus dal greco Ερμης ο Τρισμεγιστος cioè Hermes il tre volte grande) era conosciuto tra gli arabi col nome Idris, in ebraico Hadores, in fenicio Tauto, molto simile al Thoth degli Egizi che lo chiamano anche Ptha.
Nei dialoghi Timeo e nel Crizia, Platone riferisce che nel tempio di Neith a Sais, vi erano stanze segrete contenenti registrazioni storiche possedute per 9.000 anni dati che coincidono con quanto racconta Erodoto nelle “Storie” sull'antichità dell'Egitto.
Ma allora perchè non si prende mai in considerazione l'ipotesi che la Storia vada riscrittà?
Giamblico dice:
“Lascia perdere chi ti parla, superiore o inferiore che ti sia, e considera invece se il discorso sia vero o falso, risvegliando attivamente la tua intelligenza”.
Ebbene, a mio parere la storia come ci è stata insegnata ricade tra le cose False!
Giamblico, cerca di dare spiegazione a comportamenti antichi come l'uomo e al tempo ancora in voga:
“possiamo dire che l'erezione di immagini falliche è un simbolo del potere rigenerativo e noi lo intendiamo come richiamato a fecondare il mondo; e per questo che la gran parte di tali immagini viene consacrata in primavera, quando appunto l'insieme dell'universo riceve dagli dei la forza generatrice dell'intero creato.”
Oppure, più semplicemente, spiega il volo degli uccelli,
“essi si muovono per impulso della loro anima particolare, ma anche dal demone protettore degli esseri viventi, come pure dai moti dell'aria e dalla potenza che cala dal cielo nell'aria (medesima): tutto questo muove (gli uccelli) conformemente alle intenzioni degli dei.”
affiancando al volere degli dei le forze della natura, “i moti dell'aria” - i venti - e la misteriosa “potenza che cala dal cielo” che noi chiameremo forza di gravità!
Non credo possano esserci dubbi in proposito!
Vi invito a leggere voi stessi il testo!

Su wikipedia (da cui ho tratto l'immagine di Giamblico) ho trovato alcune informazioni sulla gravità, si dice che: “Platone ed Aristotele pensavano che solo alcuni corpi, che chiamavano pesanti, fossero soggetti alla gravità. Tra i corpi pesanti non erano inclusi stelle, pianeti, Sole e Luna, il cui movimento "naturale" era ritenuto quello circolare. Aristotele pensava inoltre che oggetti di peso diverso cadessero a velocità diverse. Questa opinione fu contraddetta, nel VI secolo d.C., da Giovanni Filopono, che aveva affermato che facendo cadere corpi di masse differenti nello stesso momento si poteva verificare che arrivavano al suolo contemporaneamente. L'antica idea di Filopono fu ripresa all'inizio dell'età moderna da Galileo Galilei. Keplero stabilì che le orbite dei pianeti sono ellittiche, ma pensava tuttavia che il movimento dei pianeti fosse dettato da qualche "forza divina" emanata dal Sole. Newton realizzò che la stessa forza che causa la caduta di una pietra sulla Terra mantiene i pianeti in orbita attorno al Sole, e la Luna attorno alla Terra.”


Ciò conferma che in passato, ben prima di Galileo, Keplero e Newton, ci fù chi pensò alla forza di gravità, fece degli esperimenti e considerazioni sull'argomento...
Eppure la forza di gravità, ci è stato detto a scuola, è stata studiata da Galileo!
Quando si prenderà in considerazione l'ipotesi che la Storia che ci insegnano a scuola, forse, dovrebbe essere riscrittà?
Archeologia, preistoria e storia, suddivisioni artificiose del tempo... l'unico testimone dell'evoluzione dell'Uomo...
Egitto... Roma... Sardegna...
Etruschi... Babilonesi... Assiri... Hyksos... Shardana... popoli del mare... Maya... Aztechi... Cinesi...
Vogliamo parlare di questi popoli e di altri... cercare di evidenziare similitudini e differenze... proveremo a studiare, assieme a chi ne ha voglia, popoli dimenticati... senza preconcetti!
Cercheremo di ripercorrere la storia di questi popoli con l'aiuto di storici antichi e moderni... ma non solo...
Cercheremo di andare oltre una disciplina scolastica leggendo testi antichi alla ricerca di radici ancora poco chiare...
Cercheremo di capire se è vero che l'uomo si è evoluto così come abbiamo studiato, linearmente, oppure se è possibile che le cose siano andate diversamente... come sostenne Platone!

Zibaldone...

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