mercoledì 28 ottobre 2009

I "Fenici" non sono mai esistiti... Abstract

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I “Fenici” non sono mai esistiti...

Kircandesossardos di Mikkelj Tzoroddu

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Voglio tornare ancora una volta sull'argomento dei Fenici perché la cosa mi appassiona...
Lo farò semplicemente pubblicando la sintesi dell'intervento di Mjkkeli al prossimo Convegno.
Credo che in parte chiarisca il suo pensiero sui Fenici.
Chi vorrà approfondire lo potrà fare partecipando al Convegno o, fra qualche tempo, leggendo gli atti del Convegno stesso.
Ma ora lascio la parola all'amico e studioso Mjkkeli.

"...E’ l’estratto di un lavoro che porta nulla di nuovo nel panorama storico che accomuna gli accadimenti che presero vita fra il II ed il I millennio a.C. Infatti, tutto ciò che è qui evidenziato, da sempre trovasi presente nei testi adibiti allo studio, ma gli esploratori del passato hanno un limitato interesse: propugnare le loro acquisizioni portandovi col tempo piccole modifiche, senza mettere in discussione quanto propugnato dalla propria scuola. I lettori, indifesi, tendono a dare il più grande credito agli scritti a motivo dell’alto pulpito che li genera, senza mai immaginare quanta insicurezza alberghi nel sapere dei più alti.

Qui si decide di attivare una ricerca che ripercorre gli ultimi ottanta anni, onde valutare quanto vi sia di accettabile sul piano dei principi rigorosamente logici. Si tratta di una autopsia, pressante ed impietosa, di testi ritenuti più significativi, che evidenzia incongruenze, inesattezze, errate deduzioni, paradossali determinazioni degli autori, scoprendosi un modello di scientifico incedere, decisamente fuori dalle regole.

Essenziale motivo della dimostrazione trovasi nella dottrina dispensata dal più grande studioso italiano della materia, Sabatino Moscati. Proprio quando egli decide di tacitare i suoi dubbi reconditi ed il numero sempre crescente di voci avverse, con un testo che tende proprio a dimostrare chi fossero i Fenici, produce il naufragio delle sue posizioni sulla esistenza di un popolo fenicio e di una nazione fenicia."

Ora, detto questo, a voi tutti é data la possibilità di approfondire...

Ricordate, il V Convegno ICHNUSA si terrà il prossimo 1° novembre alle ore 15,30 a Decimomannu (CA) in via A. Moro (snc), nella sede dell’Associazione Athenaeum.


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 25 ottobre 2009

Sicilia: 11 gennaio 1693

Questa data non portò fortuna alla Sicilia!

Un terremoto di enorme potenza distrusse città e paesi della regione, tra queste Siracusa, Augusta e Messina.
Solo due giorni prima un altro terremoto aveva sconquassato la val di Noto e il paese era stato distrutto e ricostruito poi in una posizione differente.

Santi Correnti nel suo libro "Storia di Sicilia" ci dice che Catania aveva a quei tempi circa ventisettemila abitanti, di questi diciottomila morirono!

Ad Acireale un canto popolare conserva il ricordo di ciò che accadde in quei tempi lontani...

"All'ùnnici jnnaru e non ni stornu
pp'aviri offisu a Diu tantu supernu
'n tempo 'n mumentu, si vitti 'ntro 'n gnornu,
Morti, giudiziu, Paradisu e 'Nfernu.
L'ùnnici jnnaru a vintun'ura
a Jaci senza sonu s'abballava!
Cu' sutta petri, cu' sutta li mura,
e cu' misericordia chiamava!
Santa Vénnira, nostra prutittura,
sutta di lu sò mantu ni sarvava."

Auguriamoci di non vivere mai una cosa del genere e studiamo la storia per evitare errori già fatti da altri!

Anche Messina venne danneggiata durante il terremoto, ricostruita riprese per un certo periodo la sua floridità ma solo novanta anni dopo (1783) un nuovo terremoto la distrusse nuovamente...

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 23 ottobre 2009

I “Fenici” non sono mai esistiti...

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Kircandesossardos di Mikkelj Tzoroddu

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Cari amici e lettori, oggi non voglio parlarvi di ciò che ho letto nelle ultime ore o della mia ultima visita ma intendo approfittare di questo spazio per presentarvi un amico e studioso, Mikkelj Zoroddu.
I più attenti e appassionati di storia avranno già letto il precedente articolo, la recensione del suo libro "Kircandesossardos", cioè "alla ricerca dei Sardi"...

Ebbene, ora Mikkelj é stato invitato a parlarci dei suoi studi sulla Sardegna antica "e non solo" al V Convegno ICHNUSA che si terrà il prossimo 1° novembre alle ore 15,30 a Decimomannu (CA) in via A. Moro (snc), nella sede dell’Associazione Athenaeum.

Il convegno, dal titolo Viaggio nel passato, vedrà lo studioso Mikkelj impegnato nella discussione del tema: I “Fenici” non sono mai esistiti...

Cosa vorrà dirci con questo titolo così provocatorio?
Niente di meglio che partecipare al convegno per scoprirlo... e poi ne riparliamo!

A Mikkelj un caloroso in bocca al lupo!

E a voi tutti... buon convegno!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 10 ottobre 2009

Berosso secondo Abideno: la Torre di Babele

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Ancora un piccolo brano sui testi di Berosso, tramandatoci da Abideno:

Essi dicono che i primi abitanti della Terra, gloriosi nella loro forza e grandezza e disprezzando gli dei, intrapresero la costruzione di una torre nel posto in cui oggi si trova Babilonia, la cui sommità avrebbe dovuto raggiungere il cielo. Ma quando la torre raggiunse il cielo i venti aiutarono gli dei e distrussero il lavoro sui suoi pianificatori. e delle rovine si dice che siano ancora a Babilonia. E poi gli dei introdussero tra gli uomini una diversità di lingue, che fino a quel momento avevano parlato la stessa lingua. E scoppiò una guerra tra Crono e Titano. Il luogo in cui essi costruirono la torre é ora chiamato Babilonia, a ricordo della confusione delle lingue, in quanto "confusione" é detto dagli Ebrei "Babel".

Euseb. Præpe Evan. lib. 9.—Syncel. Chron. 44.—Euseb. Chron. 13.

Prima il Diluvio, quindi la Torre, la confusione delle lingue... e quindi la guerra tra Crono e Titano.
Questo sembra l'ordine... bisognerebbe solo cercare di capire il significato!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 6 ottobre 2009

Berosso, da Abideno.

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Anche Abideno (storico greco antico, scrisse probabilmente intorno al 200 a.C.) ci riporta alcune notizie di Berosso sui re Caldei e sul Diluvio, ma sentiamo cosa ci dice...

"Tutto ciò che segue riguarda la saggezza dei Caldei.

Si dice che il primo re del paese fosse Alorus, e che egli rese pubblico un rapporto con cui Dio lo aveva nominato Pastore del popolo: egli regnò dieci sari. Attualmente un "sarus" é stimato essere mille seicento anni, un "neros" seicento anni, un "sossus" sessanta anni.

Dopo di lui Alaparus regnò tre sari: gli succedette Amillarus proveniente dalla città di Pantibiblon, che regnò tredici sari, in quei tempi arrivò dal mare un secondo "Annedotus" un semi-demone molto simile nella forma ad Oannes: dopo Amillarus regnò Ammenon per dodici sari, che era della città di Pantibiblon: quindi Megalarus, della stassa città, regnò diciotto sari: quindi Daos, il Pastore, governò per un periodo di dieci sari, egli era di Pantibiblon, nel suo tempo quettro esseri dalla doppia forma arrivarono dal mare alla terra, i loro nomi erano Euedocus, Eneugamus, Eneuboulus e Anementus: in seguito, durante il tempo di Eudoreschus apparve un altro Anodaphus.

Dopo questi regnarono altri re, l'ultimo dei quali fu Sisithrus: così che in tutto furono dieci, e il periodo totale dei regni ammontò a centoventi sari. (E dopo altre cose non relative al soggetto, egli continuò con ciò che concerne il diluvio). Dopo Euedoreschus alcuni altri regnarono, e poi Sisithrus.

Ad egli il dio Crono annunziò che il quindicesimo giorno del mese di "Desius" si sarebbe verificato un diluvio di pioggia: egli gli comandò di depositare tutti gli scritti che erano in suo possesso nella città del sole di Sippara. Sisithrus, una volta obbedito a tutti i comandi, veleggiò immediatamente per l'Armenia, ispirato da Dio. Il terzo giorno dopo la fine della pioggia Sisithrus mandò fuori degli uccelli, facendo degli esperimenti, così che egli potesse giudicare se l'allagamento fosse terminato.

Ma gli uccelli volando sopra un mare sconfinato, senza trovare alcun posto in cui riposare, tornavano indietro da Sisithrus. Egli ripeté l'esperimento con altri uccelli. E quando subito dopo il terzo tentativo ebbe successo, gli uccelli che tornarono con con le zampe sporche di fango, dagli dei furono trasformati in uomini. Per quanto riguarda il vascello, che rimase in Armenia, é usanza degli abitanti costruire braccialetti ed amuleti del suo legno.—Syncel. Chron. 38.—Euseb. Præp. Evan. lib. 9.—Euseb. Chron. 5. 8.

Ma cosa potrebbero essere questi strani esseri?

E come mai si parla di durate temporali così lunghe?

Vedremo cosa ci riserva il seguito!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 4 ottobre 2009

Sui Re Caldei...

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Questa é la storia che Berosso ci ha trasmesso.

Egli ci ha raccontato che il primo re fù Alorus di Babilonia, un Caldeo: egli regnò per dieci sari: e di seguito Alaparus, e Amelon che veniva da Pantibiblon: quindi Ammenon il Caldeo, nel qual tempo apparve il Musarus Oannes, l'Annedotus dal mar Eritreo. (Ma Alessandro Polistore anticipando l'evento ha detto che questi apparve nel primo anno; mentre Apollodoro diceva che questi apparve dopo quaranta sari; Abibenus, in ogni caso, fece apparire il secondo Annedotus dopo ventisei sari.).

Quindi arrivò Megalarus, dalla città di Pantibiblon, egli regnò per diciotto sari: e dopo di lui Daonus il pastore da Pantibiblon regnò per dieci sari; nel suo tempo, (egli dice) apparve ancora una volta, dal mare eritreo, un quarto Annedotus, che aveva la stessa forma di quello su descritto, la forma di un pesce mischiata con quella di un uomo.

Quindi regnò Euedorachus da Pantibiblon, per diciotto sari, ai suoi tempi apparve un altro personaggio dal mare Eritreo, simile al precedente, avente la stessa complicata forma intermedia tra un pesce e un uomo, il cui nome era Odacon. (Tutto ciò, dice Apollodoro, con particolare e circostanziato riferimento ad ogni cosa Oannes gli spiegò: al riguardo Abydenus non ha fatto menzione alcuna.).

Quindi regnò Amempsinus, un Caldeo di Laranchæ, che era l'ottavo e regnò per dieci sari. Quindi regnò Otiartes, un Caldeo di Laranchæ, egli regnò per otto sari. E dopo la morte di Otiartes, suo figlio Xisuthrus regnò diciotto sari: durante il suo tempo si verificò il grande diluvio. Così dunque, la somma di tutti i re é diecie il periodo di tempo che essi complessivamente regnarono fù di cento venti sari. —Syncel. Chron. 39.—Euseb. Chron. 5


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Simondo de Sismondi: sul concetto di Patria

Cosa si intende per Patria?
Cosa lega alla propria terra e tra loro gli appartenenti alla stessa nazione?
Secondo Simondo de Sismondi, storico di origine italiana, la Patria é qualcosa di astratto...
Ma sentiamo direttamente lui, anche se in traduzione di Luigi TOCCAGNI:

"Il sentimento che i popoli attaccano all'idea astratta di Patria, é composto dai sentimenti di riconoscenza per la protezione che accorda, d'affezione per le sue leggi e costumanze, e di partecipazione alla sua gloria."

Dunque ciò che chiamiamo "Patria" é un insieme di:
- sentimento di riconoscenza;
- affetto verso leggi e usanze;
- partecipazione alla gloria...

Pensiamo un attimo alla nostra Italia... ognuno di noi può cercare di capire quali di questi sentimenti prova e se li prova tutti.
Se la risposta é positiva allora l'Italia é la propria patria... altrimenti?!?
Riflettete gente... riflettete...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 3 ottobre 2009

Saghe e leggende Celtiche: come si deve comportare un Cavaliere.

Secondo una leggenda Celtica, Peredur era l'ultimo dei figli di una contessa e di un cavaliere. Padre e sei fratelli erano morti nei tornei e nelle guerre.

La madre cercò allora di salvarlo, tenendolo lontano da armi, guerre e tornei... ma il suo sangue era quello di un Cavaliere, come il padre e i fratelli, così furono del tutto inutili isotterfugi della madre contessa.

Quando la madre si rende conto che il figlio ha deciso di intraprendere la stessa strada del padre si arrende e gli trasmette le prime nozioni della cavalleria... e così gli parla:

"Se vuoi diventare cavaliere, va alla corte di Artù, che raduna attorno a sé i guerrieri più valorosi e più cortesi.
Ogni volta che incontrerai una chiesa recita le tue preghiere.
Se sentirai invocare soccorso, soprattutto da una donna, precipitati immediatamente.
Se avrai fame e nessuno ti offrirà spontaneamente qualcosa, prenditela da solo.
Se vedrai un ricco bottino, prendilo e distribuiscilo agli altri, in modo da assicurarti la loro amicizia. Se incontrerai una dama corteggiala; anche se ti rifiuterà, la sua stima nei tuoi confronti sarà maggiore."

Sarà pure una leggenda, ma se questa era la vita di un cavaliere, chissà cos'era la vita dei poveri contadini...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Archeologia, preistoria e storia, suddivisioni artificiose del tempo... l'unico testimone dell'evoluzione dell'Uomo...
Egitto... Roma... Sardegna...
Etruschi... Babilonesi... Assiri... Hyksos... Shardana... popoli del mare... Maya... Aztechi... Cinesi...
Vogliamo parlare di questi popoli e di altri... cercare di evidenziare similitudini e differenze... proveremo a studiare, assieme a chi ne ha voglia, popoli dimenticati... senza preconcetti!
Cercheremo di ripercorrere la storia di questi popoli con l'aiuto di storici antichi e moderni... ma non solo...
Cercheremo di andare oltre una disciplina scolastica leggendo testi antichi alla ricerca di radici ancora poco chiare...
Cercheremo di capire se è vero che l'uomo si è evoluto così come abbiamo studiato, linearmente, oppure se è possibile che le cose siano andate diversamente... come sostenne Platone!

Zibaldone...

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