sabato 27 settembre 2008

Censorino: De die natali ovvero "sul giorno natale"

Come spesso mi capita, sfogliando un libro finisco per trovare qualche cosa che mi spinge a cambiar libro per inseguire la curiosità del momento... e per fortuna che c'é Wikipedia!
Questa volta la curiosità è sorta mentre leggevo le informazioni riportate nella "Grande guida illustrata dell'Antico Egitto" a proposito del "Ciclo Sotiaco" o sorgere eliaco di Sirio... ad un certo punto infatti si parla di un tal "Censorino", un sapiente latino che ne avrebbe parlato in un suo testo...
E così inizia la ricerca.
Censorino, mai sentito prima...
Il Dizionario Enciclopedico non mi aiuta, Censorino è stato un grammatico latino del III° secolo dopo cristo ma niente più. Allora mi rivolgo a Wikipedia e così scopro che il Censorino fu un grammatico romano, compose un'opera di grammatica sull'accento, non pervenutaci, mentre ci è pervenuto un suo opuscolo, il "De die natali ", che riunisce alcuni scritti su questioni scientifiche trattate in testi più antichi e... tanto mi basta a partire alla ricerca del "De die natali"!
Ci vuol poco a trovare il testo, sempre grazie a Wiki, in una traduzione online in lingua francese... e così inizia la lettura di un opuscolo che pare sia stato scritto nel 238 d.C.!
Gli argomenti trattati, anche se sinteticamente, sono tanti...
Censorino parte con una breve introduzione in cui dedica il libro ad un tal Q. Cerellius, per il suo compleanno per poi passare alla spiegazione del Genio protettore degli uomini... quindi si parla della generazione dell'uomo, del feto e così via... ma non voglio percorrere tutto il libro, chi vuole potrà leggerlo online su:
http://penelope.uchicago.edu/Thayer/F/Roman/Texts/Censorinus/text*.html.
Cercherò piuttosto di mettere in evidenza alcune curiosità, che possono essere utili a chi studia storia antica o, come me, ne è un semplice appassionato.
Censorino ad un certo punto parla delle misure tra la Terra e il sole e i pianeti in generale e fa notare che vari autori del passato hanno usato unità di misura con lo stesso nome ma di valore diverso, è questo il caso dello "stadio", utilizzato dai greci per misurare le distanze.
L'autore, al paragrafo XIII, ci dice che esistono diverse misure per lo stadio, esiste lo "stadio italiano" che misura 625 piedi, usato da Pitagora nelle sue misurazioni. Esiste lo "stadio olimpico" che è di soli 600 piedi ed ancora lo "stadio Pitico" che è però di 1000 piedi, occorre dunque fare attenzione quando si leggono i testi antichi anche al problema di eventuali conversioni tra unità di misura...
Poco oltre, al paragrafo XVII, Censorino ci parla della definizione di "secolo" dei diversi autori e di alcuni vegliardi che raggiunsero età inimmaginabili...
Secondo Censorino "Il secolo è la più lunga durata della vita umana: ha per limiti la nascita e la morte dell'uomo". C'era però chi affermava che il secolo durava trent'anni, ma secondo l'autore il periodo di trent'anni è da riferirsi alla "generazione" o γενεὰ di Eraclito, cioè al periodo di tempo che passa tra il momento in cui si riceve la vita e quello in cui si dona la vita. Ma anche la generazione è di lunghezza differente a seconda degli autori antichi, per Herodicus si deve parlare di 25 anni, per Zenone di 30.
Censorino ci ricorda dei più vecchi uomini del mondo, citati da altri autori. Erodoto per esempio parla di Argantonio, re di Tartesso, che visse 150 anni. Ephorus sostiene invece che alcuni re dell'Arcadia vissero 300 anni. Censorino però ritiene che si tratti di favole. Così, nel tempo, diversi autori fissarono la durata del secolo, per Épigène il secolo doveva essere di 112 anni mentre Berosso sosteneva che la durata massima della vita dell'uomo fosse di 116 anni, per altri ancora si parlava di 125.
Diversi popoli contavano i secoli diversamente, gli etruschi avevano secoli di durata differente, mentre pare che i Romani avessero secoli di cento anni esatti.

Il paragrafo successivo, il XVIII°, è ancora più interessante perché parla della durata del "Grande anno" e, finalmente, dell'anno sotiaco...
Censorino ci dice che gli egiziani, nella formazione del loro Grande anno, non tengono conto della Luna. Il loro anno civile è composto da 365 giorni così, dopo 4 anni, il ciclo civile è un giorno indietro rispetto a quello naturale, ciò comporta che la corrispondenza tra anno civile e naturale si ristabilisce dopo 1461 anni. Questo anno è chiamato da alcuni anno eliaco, da altri anno di Dio.
Il nostro autore prosegue dicendo che esiste anche il cosiddetto anno supremo che, secondo Aristotele, è formato dalla rivoluzione del Sole, della Luna e delle cinque stelle erranti, allorquando tutti questi astri ritornano al punto dal quale erano partiti. Quest'anno ha un grande inverno, detto dai greci κατακλυσμὸς, cioè diluvio, seguito da una grande estate, detta ἐκρύωσις, ovvero incendio del mondo.

Kατακλυσμὸς... cataclisma, grande inverno ovvero "Diluvio" e ἐκρύωσις, grande estate, ovvero incendio del mondo! Curiosi questi greci!

Censorino prosegue dicendo che in effetti, pare che il mondo sia inondato o bruciato in ognuna di queste epoche. Secondo Aristarco questo periodo di tempo è di 10.484 anni solari; per Aretes Dyrrachinus invece si deve parlare di 5.552 anni solari; per Eraclito e Linus 10.800 anni mentre per Dione 10.884 anni, per Cassandra 3.600.000 anni, per altri ancora questo periodo di tempo è infinito...

Ma per ora basta così, non che il resto non sia interessante, ma per oggi è scaduto il tempo a mia
disposizione...


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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