martedì 6 ottobre 2009

Berosso, da Abideno.

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Anche Abideno (storico greco antico, scrisse probabilmente intorno al 200 a.C.) ci riporta alcune notizie di Berosso sui re Caldei e sul Diluvio, ma sentiamo cosa ci dice...

"Tutto ciò che segue riguarda la saggezza dei Caldei.

Si dice che il primo re del paese fosse Alorus, e che egli rese pubblico un rapporto con cui Dio lo aveva nominato Pastore del popolo: egli regnò dieci sari. Attualmente un "sarus" é stimato essere mille seicento anni, un "neros" seicento anni, un "sossus" sessanta anni.

Dopo di lui Alaparus regnò tre sari: gli succedette Amillarus proveniente dalla città di Pantibiblon, che regnò tredici sari, in quei tempi arrivò dal mare un secondo "Annedotus" un semi-demone molto simile nella forma ad Oannes: dopo Amillarus regnò Ammenon per dodici sari, che era della città di Pantibiblon: quindi Megalarus, della stassa città, regnò diciotto sari: quindi Daos, il Pastore, governò per un periodo di dieci sari, egli era di Pantibiblon, nel suo tempo quettro esseri dalla doppia forma arrivarono dal mare alla terra, i loro nomi erano Euedocus, Eneugamus, Eneuboulus e Anementus: in seguito, durante il tempo di Eudoreschus apparve un altro Anodaphus.

Dopo questi regnarono altri re, l'ultimo dei quali fu Sisithrus: così che in tutto furono dieci, e il periodo totale dei regni ammontò a centoventi sari. (E dopo altre cose non relative al soggetto, egli continuò con ciò che concerne il diluvio). Dopo Euedoreschus alcuni altri regnarono, e poi Sisithrus.

Ad egli il dio Crono annunziò che il quindicesimo giorno del mese di "Desius" si sarebbe verificato un diluvio di pioggia: egli gli comandò di depositare tutti gli scritti che erano in suo possesso nella città del sole di Sippara. Sisithrus, una volta obbedito a tutti i comandi, veleggiò immediatamente per l'Armenia, ispirato da Dio. Il terzo giorno dopo la fine della pioggia Sisithrus mandò fuori degli uccelli, facendo degli esperimenti, così che egli potesse giudicare se l'allagamento fosse terminato.

Ma gli uccelli volando sopra un mare sconfinato, senza trovare alcun posto in cui riposare, tornavano indietro da Sisithrus. Egli ripeté l'esperimento con altri uccelli. E quando subito dopo il terzo tentativo ebbe successo, gli uccelli che tornarono con con le zampe sporche di fango, dagli dei furono trasformati in uomini. Per quanto riguarda il vascello, che rimase in Armenia, é usanza degli abitanti costruire braccialetti ed amuleti del suo legno.—Syncel. Chron. 38.—Euseb. Præp. Evan. lib. 9.—Euseb. Chron. 5. 8.

Ma cosa potrebbero essere questi strani esseri?

E come mai si parla di durate temporali così lunghe?

Vedremo cosa ci riserva il seguito!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

1 commento:

  1. La vita media di una tartaruga è di 120 anni (almeno 43.800 giorni).
    Il che vuole dire che SU QUESTO PIANETA ci sono esseri viventi che hanno UNA DURATA DI VITA pari a circa DUEMILANOVECENTO VOLTE quella di altri.
    Se pensiamo che in 10 ore abbiamo circa 20 generazioni di batteri, in questo caso il rapporto si moltiplica fino a toccare la cifra stratosferica di SETTANTAMILA volte.
    Queste differenze si registrano tra esseri viventi che sono comunque il prodotto dello stesso DNA la cui struttura molecolare è uguale per tutti.
    Mi pongo allora una domanda.
    Perché di fronte a questa evidenza non discutibile ci sono persone che snobbano con aria di sufficienza le durate di vita indicate da Manetone (sacerdote egiziano III sec. A.C,) e Berosso (sacerdote e astronomo babilonese IV-III sec. A.C.) per gli antichissimi dominatori della terra?
    Con una media di 35.000 anni, in fondo, quelle vite erano pari a SOLO QUATTROCENTOSESSANTA volte quella dell’uomo.
    Se si vuole necessariamente affermare che la differenza di durata tra questi individui e l’uomo (460 volte) è un mito o una favola, che cosa dovremmo dire della differenza tra la tartaruga e la farfalla (2.900 volte ) o tra la tartaruga e i batteri (70.000 volte)?
    Cosa direbbero le farfalle o i batteri se sentissero raccontare che sul LORO STESSO PIANETA ci sono esseri la cui vita è 2.900 o 70.000 volte più lunga della loro?
    Si metterebbero a sorridere come fanno alcuni dogmatici?
    Possiamo noi escludere che “quelli” di cui parlavano i due antichi autori provenissero da mondi in cui quella durata era la normalità?
    Yahweh, che era uno degli Elohim, aveva quel tipo di durata di vita?
    Non lo possiamo affermare ma neppure escludere con sufficiente certezza.
    Alla luce di questo penso che una intelligenza libera da preconcetti dogmatici dovrebbe accettare con tranquillità che – date le indubitabili realtà terrestri poste a premessa della riflessione – tutto è ALMENO TEORICAMENTE POSSIBILE e quindi sarebbe bene non scartare a priori le ipotesi che non piacciono, ma tenerle in sospeso, con mente aperta… non si sa mai…

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