Ora,
 frugando su Google books alla ricerca di notizie su tale Dracone di 
Corfù, autore di una storia sull'Italia antica, mi sono imbattuto in un 
testo del 1787  di Gian Francesco Masdeu, di Barcellona, edito a 
Firenze. Si tratta della "Storia critica di Spagna.
Non
 ho saputo resistere e, dopo aver appurato che le informazioni su 
Dracone di Corfù erano veramente minime, ho cercato il primo volume in 
cui si parla della Spagna antica, ed ho cominciato a leggere.
Mi
 sono quindi imbattuto nella leggenda dei Titani, che non è però 
l'oggetto di questo mio articolo, e poi di una parte in cui l'autore 
riferisce dei vari personaggi chiamati Ercole che si dice siano stati in
 Spagna, ed ecco che cosa dice l'autore. Un inciso, l'autore afferma che
 Oceano Atlantico significava Oceano Innavigabile, come se Atlantico 
significasse "non navigabile". E' la prima volta che trovo un simile 
riferimento. In effetti in greco Thalassa significa mare e se si suppone
 che Atlantico sia A-Tlantico, allora la "A" potrebbe essere privativa. 
E' qualcosa su cui riflettere. Dirò infine che l'autore è molto scettico
 sull'esistenza di questi Ercoli e del fatto che siano effettivamente 
arrivati in Spagna.
Ma torniamo al testo.
Il
 Masdeu dice che: "Quattro principalmente sono gli Ercoli, i quali si 
pretende che abbiano posto piede in Spagna", questi sono Ercole 
l'Egiziano, Ercole il Fenicio, Ercole il Cretese ed Ercole il Tebano.
Il
 primo di questi, l'Ercole Egiziano, suppongono i Greci, che fosse 
Capitan Generale di Osiride Re d'Egitto, e che insieme venisse con lui a
 conquistare la Spagna.
Un
 altro inciso: l'autore riferisce che Diodoro Siculo pensa che Osiride 
in quanto Dio dovrebbe essere uno dei nomi del dio Sole e che il 
significato sia "multi-occhiuto", ovvero che vede tutto. Ciò mi ha fatto
 pensare ad alcune rappresentazioni di angeli con gli occhi su tutto il 
corpo, cosa che ho visto per esempio in una chiesa sul lago d'Orte. 
Sempre Diodoro asserisce che Osiride è anche un Dio Uomo, ovvero un 
condottiero deificato per le grandi imprese compiute in terra. Il Masdeu
 asserisce che il regno di questo Osiride dovrebbe risalire a 
quattordici anni dopo il Diluvio Universale e sulla base del fatto che 
ritiene inverosimile che in quei tempi antichi si potesse navigare fino 
alla Spagna e che non crede possibile esistessero regni potenti capaci 
di simili imprese, giudica che Ercole l'Ercole Egizio non sia mai potuto
 arrivare in Spagna.
Parlando
 quindi dell'Ercole Fenicio, il Masdeu dice che il fatto in se ha 
maggior verisimilitudine in quanto Ercole arrivò in Spagna, dato che le 
Colonne ne conservano il nome. Però per l'autore un tale Ercole non era 
conquistatore bensì mercante. Oppure, se veramente era un grande uomo, 
un eroe, come si potrebbe arguire dall'interpretazione del significato 
in lingua araba e fenicia, tale Ercole venerato a Cadice non è altro che
 lo stesso Ercole Egizio di cui ha già parlato.
In
 merito all'Ercole Cretese, il Masdeu lo fa risalire all'Ercole Fenicio,
 infatti a suo parere l'Ercole Cretese era uno dei Sacerdoti (o 
Sapienti) del monte Ida della Frigia. Tali sapienti erano dieci e 
venivano chiamati con molti nomi: Idei, Coribanti, Cureti, Cabiri, 
Satiri, Titiri, Gerfici, Dattili e Ditti. Masdeu afferma che i Cureti 
erano sapienti Fenici per cui ancora una volta l'Ercole Cretese non è 
altro che l'Ercole Fenicio. Sul fatto che esso conquistasse la Spagna 
afferma che non la conquistò con le armi ma che vi portò le sue 
conoscenze.
Dell'Ercole
 Tebano ci parla maggiormente. Intanto si dice che vivesse in Tebe sotto
 il Re Euristeo di Micene, che partecipò all'impresa degli Argonauti in 
colchide, che vinse in battaglia le Amazzoni guidate dalla loro regina 
Ippolita, che sconfisse Laomedonte, che consegnò il regno di Troia a 
Priamo. Si dice che tale Ercole viaggiò anche in Italia e Spagna per poi
 tornare in Grecia dove, gravemente ammalato, si uccise gettandosi nel 
fuoco. Tali avvenimenti avvenivano cinquantacinque anni prima della 
distruzione di Troia. Si dice che in Spagna sconfisse Gerione, Re, e gli
 rubò le vacche ed eresse le celebri Colonne che da lui presero il 
nome. 
Secondo
 il Masdeu vi furono quaranta e più Ercoli di cui si parla nelle storie,
 però a suo parere si tratta sempre dello stesso, ovvero di quello più 
antico, l'Egizio o Fenicio, il quale fu, probabilmente, un grande 
conquistatore.
Ora,
 che Ercole fosse Egizio, Fenicio, Tiro o Cretese poco importa, sicuro è
 che ogni volta che mi accingo a leggere qualche testo antico vi scopro 
sempre notizie interessanti, forse non sempre attendibili, ma 
sicuramente interessanti.
Chiudo
 dicendo che il Masdeu cita Monsignor Mario Guarnacci e il Dottor 
Giampaolo Limperani come autori di Storie d'Italia poco credibili, testi
 in cui gli autori raccontano come molti degli Dei e degli Eroi 
dell'Antichità fossero Italiani. Forse non è vero ma sicuramente è 
interessante e prima o poi dovrò dedicarmi anche alla lettura di questi 
autori.
Alla prossima.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

 
